Ajgi e Malevič: dialogo a distanza

02 Pubblicazione su volume
Belozorovich Anna

L’articolo mette in luce alcuni collegamenti che intercorrono tra la vita e l’opera di Gennadij Ajgi e le avanguardie russe, nello specifico con la scrittura poetica di Kazimir Malevič, figura di riferimento per il poeta ciuvascio. Il rifiuto dei concetti di bellezza e di utilità dell’opera artistica si esprime, in maniere differenti ma per molti versi affini, in una ricerca mistica che si traduce sia nella forma sia nel contenuto del testo poetico. Mentre da una parte Ajgi non condivide, in maniera analoga ai contemporanei neoavanguardisti, la dimensione sociale del lavoro creativo dei suoi predecessori, il moto ‘rivoluzionario’ viene qui tradotto in una fuga dalle forme tradizionali e in una ricerca di fedeltà della parola al pensiero, anche a scapito della sua leggibilità immediata. Una lettura parallela di alcuni testi poetici di Malevič e Ajgi permette di riconoscere una traiettoria che, dall’’uomo in movimento’, fisico e meccanico, decantato dalle avanguardie, evolve in un uomo che destina tutte le forze dinamiche a un’intensa contemplazione. I testi commentati si mostrano così non solo come un’operazione sulla lingua le cui basi erano state gettate dagli artisti delle avanguardie, ma anche come testimonianza di un modo specifico di intendere il significato della creazione. L’articolo è accompagnato dalla traduzione di quattro poesie, scritte da Ajgi tra il 1961 e il 1978, dedicate al suprematista.

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