Virus Respiratorio Sinciziale: un virus non solo dell’età neonatale

01 Pubblicazione su rivista
Nicolai Ambra, Midulla Fabio

In un periodo in cui l’attenzione alla prevenzione dei virus respiratori è altissima, dobbiamo ricordare
che non esiste solo il nuovo Coronavirus. Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è un virus ubiquitario ed
il 70% dei bambini ne è colpito nei primi 2 anni di vita. La manifestazione clinica del VRS nei lattanti è la bronchiolite;
in età prescolare può manifestarsi con bronchite asmatica, nell’età adolescenziale e adulta con riacutizzazioni
di asma/BPCO, mentre può assumere una forma di patologia respiratoria critica nel soggetto anziano. In
età infantile è frequente la necessità di ricovero ospedaliero soprattutto nei lattanti con comorbilità, che hanno
un rischio molto maggiore di decesso. Negli adulti, la maggioranza delle ospedalizzazioni e decessi per infezione
da VRS avviene in soggetti con più di 65 anni. La prevenzione è la prima arma contro i virus respiratori: distanziamento
sociale, lavaggio delle mani, evitare il contatto con soggetti ammalati e fragili, favorire l’allattamento
al seno ed evitare il fumo passivo sono solo alcuni dei punti cardine. L’infezione da VRS non ha ancora un trattamento
mirato, né la possibilità di attuare un vaccino efficace, ma esiste la possibilità di immunizzazione passiva
con anticorpi monoclonali (palivizumab e nirsevimab) che hanno dimostrato una significativa efficacia in termini
di ospedalizzazione.

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