architettura mediterranea

L’invenzione dei luoghi turistici. Lo stile “costa Smeralda” tra primitivo e catalano

Nella prima metà del XX secolo erano andati consacrandosi alcuni luoghi ed alcuni riti legati al turismo lungo le sponde del Mediterraneo. Il turismo d'elitè intervenne con la creazione o meglio l'invenzione di luoghi deputati a questo tipo di messa in scena sociale. Dagli anni '60 in poi si operò con l'intento di dare corpo ad isole culturali e sociali, con la volontà di creare un sistema di luoghi la cui fruizione fosse protetta da invisibili ma fortissimi confini.

Reporting from the Mediterranean Front: always Architecture without Architects. Ovvero: dalla costruzione spontanea alla costruzione abusiva. Alla costruzione aperta?

L'architettura mediterranea, comunemente intesa in termini "stilistici", è identificata oggi con un armamentario di elementi accessori che costituiscono una falsificazione degli elementi costruttivi originari, spogliati dall'aderenza ai criteri di adeguatezza a quelle "difficoltà ambientali" con cui Fernand Braudel identificava le condizioni prime della loro autenticità.

Casa Lezza a Ischia Porto: Reporting from the Mediterranean Front

L'occupazione indiscriminata di suolo, la standardizzazione di materiali e tecnologie di provenienza estranea e valide in ogni latitudine, l'indifferenza ai caratteri del territorio e alle sue tradizioni costruttive, la stessa esasperazione dei connotati formali rivolti all'esaltazione priva di senso del 'gesto artistico', hanno corrotto anche l'architettura del Mediterraneo, producendo guasti sul territorio che appaiono oggi in larga parte irreparabili.

Interaction of Color in the Mediterranean Architecture

Nel paesaggio mediterraneo odierno, corrotto dall'uso indiscriminato di elementi e materiali estranei alla sua tradizione e alla sua ragione d'essere, anche il colore, adulterato da un gusto dubbio sostenuto da astratte giustificazioni "estetiche", può indicare un'inversione di tendenza per un corretto utilizzo dei materiali locali, senza rinunciare all'apporto della tecnica moderna.

Valori mutevoli nelle case di vacanza di Gio Ponti

I progetti per case di vacanza di Gio Ponti, per lo più pubblicati sulle pagine della rivista «Domus», sono emblematici per illustrare il cambiamento di valori che avviene a cavallo della metà del XX secolo. La casa di vacanza da luogo di rappresentanza diviene luogo ove mettere in scena il ritorno ad una vita "all'antica", in contatto con la natura. Il progetto d'architettura sostiene questo cambiamento di valori, proponendo una bellezza arcaica, usando quindi un linguaggio vernacolare.

Architetture in aree archeologiche: rovine da mostrare

Nell'ambito dei beni storici, a contatto con le testimonianze delle civiltà passate, avviene una progressiva delegittimazione del nuovo a vantaggio di una visione statica dell'antico, volta alla salvaguardia da qualunque manomissione, per una sua cristallizzazione da perpetuare nel tempo. La aura di intangibilità assegnata alle testimonianze del passato dalla cultura contemporanea, evidenzia la coscienza dell'inadeguatezza del nostro tempo a dialogare con i tempi lunghi della storia.

Luoghi per mostrare

Il mostrare comporta delle scelte, condizionate dal filo tematico che tiene insieme le opere da esporre, dal loro carattere singolare, dalla qualità dello spazio che le accoglie.
L'architettura, lo spazio architettonico, gioca un ruolo complementare nell'operazione del mostrare. Una complementarietà che, tuttavia, diviene il fondamento del mostrare nel racconto che tiene insieme le cose che, dal loro accostamento, acquisiscono significati nuovi.

L’architettura di qualità e le minacce della sottocultura e del profitto

Nei primi anni Ottanta, nel periodo iniziale dell'aggressione edilizia che ha colpito l'isola d'Ischia come una lebbra (e che non ha risparmiato la collina di Sant'Alessandro, luogo privilegiato affacciato sul porto), a fronte delle avvisaglie della minaccia che avrebbe interessato il territorio circostante Casa Lezza, chi scrive aveva prodotto alcuni bozzetti. In essi, le volumetrie nitide della casa emergevano da una massa indistinta di anonime costruzioni edilizie.

Abitare su Monte Tuoro

Quattro case a Capri, localizzate su Monte Tuoro, immerse nel verde della pineta e proiettate sul panorama marino sottostante, costituiscono la testimonianza di una singolare avventura imprenditoriale, intrapresa negli anni 1940/1960 da Antonio Lezza, giornalista internazionale e grande appassionato delle isole partenopee. Un’avventura mossa dalla ricerca del bello che non si sottomette alle logiche del profitto.

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