conoscenza

Il valore democratico della conoscenza

Oggi tutti riconoscono che siamo entrati in una nuova
stagione dell’evoluzione culturale e dell’economia, in alcuni
paesi la spesa in ricerca e sviluppo (R&S) sfiora il 3 per cento
della ricchezza prodotta (Stati Uniti, Germania), in altri
paesi (Giappone, Corea del Sud, Svezia) gli investimenti in
R&S hanno superato addirittura il 3,5 per cento del Pil: la
media mondiale, si attesta intorno al 2 per cento. Questi
sintetici dati sono la dimostrazione più evidente che siamo

La città della conoscenza

La città della conoscenza può essere l’idea forte per immaginare, progettare e realizzare la Roma del nuovo millennio. Una città innervata dai luoghi del sapere diffuso e della mescolanza degli stili di pensiero, capace di unire tutti coloro che sono impegnati a studiare, apprendere, ricercare, essere creativi, inventare, produrre. Democrazia e conoscenza sono i valori fondamentali che oggi possono accomunare in un virtuoso «cozzo delle idee» tutti coloro che vivono Roma. Per affrontare le sfide di un drammatico cambiamento d’epoca.

Progettare ambienti di apprendimento

La psicologia cognitiva ci dice che la maturazione di una coscienza culturale, non si affida alla sola consuetudine del tramandare, secondo un movimento verticale che dal docente raggiunge e satura gli interessi del discente.
Il percorso ha decisamente una natura più complessa che, solo parzialmente, richiede all’individuo un’attenzione «scolarizzata». Gli spazi destinati all’apprendimento sono dunque, prima di ogni cosa, parte della realtà.

La scuola di Astra Zarina a Civita di Bagnoregio. Una sfida contro l’abbandono

La scuola residenziale ideata da Astra Zarina a Civita di Bagnoregio, a metà degli anni Settanta, è stata un laboratorio di apprendimento collettivo che, per oltre trent’anni, ha consentito di produrre cono- scenze approfondite sulla fragilità del territorio civitonico individuando, al tempo stesso, inedite visioni proget- tuali. Soprattutto ha contribuito a rivitalizzare un borgo che viveva sull’orlo dell’atrofizzazione sociale.

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