Il valore democratico della conoscenza
Oggi tutti riconoscono che siamo entrati in una nuova
stagione dell’evoluzione culturale e dell’economia, in alcuni
paesi la spesa in ricerca e sviluppo (R&S) sfiora il 3 per cento
della ricchezza prodotta (Stati Uniti, Germania), in altri
paesi (Giappone, Corea del Sud, Svezia) gli investimenti in
R&S hanno superato addirittura il 3,5 per cento del Pil: la
media mondiale, si attesta intorno al 2 per cento. Questi
sintetici dati sono la dimostrazione più evidente che siamo
nel pieno di quella transizione dall’era industriale all’era
della conoscenza che sta ridefinendo gli equilibri economici
e sociali su scala globale. Come accade in ogni nuova fase
della nostra storia, anche questa trasformazione non è neutra.
Produce traumi negli assetti sociali perché mentre si
rompono i vecchi equilibri stenta a ricomporsi un quadro
culturale e politico unificante. Un disorientamento che im -
patta pericolosamente sulla strategica questione del rapporto
tra scienza e democrazia.