filosofia italiana

Prefazione

Il carteggio tra Benedetto Croce e Donato Jaja, che viene qui presentato per la prima volta nella versione integrale, curato e introdotto in maniera ec-cellente da Cesare Preti, rappresenta il documento di un passaggio di epoca, di una transizione non breve e per nulla lineare nella storia della filosofia ita-liana.

Gramsci, Croce e il canto decimo dell'Inferno di Dante

Tra il 1929 e il 1932 Antonio Gramsci avviò uno studio sul canto decimo dell’Inferno di Dante. Le lettere a Tatiana Schucht e le undici note dantesche del quarto Quaderno furono momenti di una comunicazione con Togliatti e con il centro estero del Partito comunista, ma rappresentarono soprattutto uno straordinario tentativo di elaborazione filosofica ed estetica. Con poche fonti a disposizione, Gramsci definì in maniera originale il rapporto tra Farinata e Cavalcante e delineò una revisione dell’estetica di Croce, in particolare del rapporto tra «poesia» e «struttura».

Bertrando Spaventa e Gioberti

L’articolo ricostruisce le diverse fasi del giudizio di Bertrando Spaventa su Vincenzo Gioberti. Il grande e incompiuto libro del 1863 su La filosofia di Gioberti non rappresenta, infatti, l’unico momento di un confronto che accompagnò tutta la vita intellettuale di Spaventa. Fin dagli scritti giovanili, l’interpretazione della filosofia giobertiana rimase al centro dei suoi interessi e si intrecciò, dal 1851, con la considerazione del rapporto fra Bruno e Spinoza, poi con i temi della «riforma» della dialettica hegeliana.

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