Marxismo e filosofia della praxis. Da Labriola a Gramsci
Nello sviluppo del marxismo europeo il contributo del pensiero italiano manifesta una spiccata peculiarità, che trova nella formula della “filosofia della praxis” una sintesi efficace.
Nello sviluppo del marxismo europeo il contributo del pensiero italiano manifesta una spiccata peculiarità, che trova nella formula della “filosofia della praxis” una sintesi efficace.
In un articolo del 1993 (che derivava dalla relazione a un convegno del 1991, al quale entrambi partecipammo ), Francesco Saverio Trincia propose una penetrante lettura della filosofia di Guido Calogero e dei suoi rapporti con l’attualismo di Giovanni Gentile.
Tra il 1895 – quando apparve per l’editore Loescher il primo saggio marxista di Antonio Labriola, In memoria del Manifesto dei comunisti – e il 1935, anno delle ultime note scritte da Antonio Gramsci nella clinica di Formia,il marxismo teorico acquistò in Italia una fisionomia peculiare, per molti versi unica, che può essere sintetizzata da questa formula: filosofia della praxis.
L’argomento di questa esposizione presenta due insidie. La prima insidia riguarda la congiunzione, la “e” che unisce, e al tempo stesso divide, i due nomi propri di Benedetto Croce e Giovanni Gentile: questa “e” ci invita a interrogare le ragioni della collaborazione e le differenze che, come vedremo, condussero a una rottura irreparabile. La seconda insidia consiste nella categoria sotto la quale, in omaggio a una lunga tradizione, li presentiamo: “neo-idealismo” o “idealismo italiano”.
Una discussione alla Scuola Normale Superiore di Pisa con Massimo Cacciari, Alessandro Savorelli, Pasquale Terracciano a proposito del volume "Croce e Gentile. La cultura italiana e l'Europa" curato da Michele Ciliberto ed edito dalla Enciclopedia Italiana.
Si ricostruisce il progetto editoriale della “Nuova collezione di Testi umanistici inediti o rari”, nata su proposta di Paul Oskar Kristeller a Giovanni Gentile con la collaborazione di Alessandro Perosa e Augusto Mancini e il coinvolgimento dell’editore Olschki, sotto gli auspici della Scuola Normale di Pisa, e si pubblicano i criteri stabiliti per i collaboratori della Collana, di particolare interesse per la storia dell’ecdotica dei testi umanistici.
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