Il Mediterraneo come spazio di sicurezza europea: l’iniziativa di difesa “5+5”
Il contributo affornta dal punto di vista sociologico e della sicurezza la questione migratoria alla luce dell'Iniziativa 5+5.
Il contributo affornta dal punto di vista sociologico e della sicurezza la questione migratoria alla luce dell'Iniziativa 5+5.
Ermenautica-Saperi in Rotta, progetto nato da studenti/esse, docenti e marinai/e, si è proposta di esplorare, navigando a vela, il mare come campo di azione collettiva e di analisi teorica. Attraverso i concetti di confine, convivenza, conflitto e condivisione, in cui il CON indica la centralità delle relazioni, si raccontano "dal mare" - e in particolare dal Mediterraneo, dominato oggi da geopolitiche di immobilità e morte - i dinamismi, le connessioni e le possibilità creative.
Nella ricostruzione storica, archeologica e linguistica dell’Oriente antico un ruolo preminente ha da sempre assunto il tentativo di definire le identità culturali, un tentativo che risale all’espressione “terra delle genti con la testa nera” toponimia in lingua sumerica con cui le prime culture urbane (seconda metà del IV millennio a.C.) della Mesopotamia antica si riconobbero e distinsero.
Tradizionalmente il ruolo geopolitico del Mar Mediterraneo è duplice: a volte agisce come elemento di separazione tra Paesi, altre contribuisce all’emergere di una vera e propria osmosi tra sponde opposte. È questo il caso del rapporto tra Italia e Libia, la cui interdipendenza è tornata a essere – anche a chi se ne era per lungo tempo dimenticato – un’evidenza incontrovertibile. Gli effetti del disordine che sconvolge il Paese nordafricano sin dal 2011 si ripercuotono direttamente sulla nostra Penisola.
L'elaborato è parte dell'iniziativa espositiva "Colore di mare", promossa all'interno dell'Incontro Ischitano di Architettura Mediterranea svoltosi a Ischia nel 2016
Per capire il Marocco, per approcciarne la realtà urbana e architettonica attuale, per confrontarsi con le sue aspettative di sviluppo, e persino per cogliere le opportunità offerte in questo senso alle competenze progettuali europee ed italiane in particolare, bisogna prendere le mosse dai reciproci sguardi che Europa e Marocco si sono rivolti con alterne fortune nel corso dell’ultimo secolo.
La vicenda dell'architettura contemporanea in Marocco negli ultimi 50 anni, vista come processo di progressiva emancipazione dalle linee guida del tardo razionalismo europeo, alla ricerca di una dimensione culturale e professionale priva di tributarietà nei confronti di una Europa intesa ormai come partner mediterraneo. Una cultura progettuale completamente emancipata trova oggi nel carattere e nella cultura della città le sue radici, oltre ogni opzione di tipo squisitamente formale.
Per anni abbiamo riflettuto criticamente sul ruolo delle riserve naturali, mai mettendo in dubbio le politiche di conservazione di ecosistemi che, se non protetti, sarebbero scomparsi per sempre, ma temendo che alla conservazione di alcune parti di territorio potesse essere contrapposta la trasformazione selvaggia e distruttiva di tutto il resto. Come in effetti è avvenuto. La marea dell’urbanizzazione si è alzata coprendo in modo omogeneo le fasce costiere, omologando morfologie e insediamenti, strade e spiagge.
Il contributo indaga alcune imagines storiografiche degli stati arcaici e dei grandi imperi del Vicino Oriente antico immaginando che il mar Mediterraneo sia una lente caleidoscopica capace di rilevarne il ruolo paradigmatico e idealtipico.
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