Dal tempo-altro al tempo-proprio. Statica, dinamica, erotica
Le narrazioni di tempi e luoghi altri - luoghi della discontinuità con l'oggi - possono essere un modo per riconfigurare il disagio e la rottura e le faglie nella storia del Novecento, diventando «strategia di sopravvivenza in un oggi invivibile». Il Novecento, attraverso Benjamin, Klee, Rilke, Celan, Bachmann, Bloch si muove in una polarità tra figure della discontinuità, alterità e impermanenza e momenti, soprattutto nel tardo Rilke, di ricerca di un tempo che non sia altrove, né altro, ma 'proprio', nel qui ed ora di un oggetto, di un luogo che la parola fissa e 'dice'.