Le coste baltiche: da località turistiche borghesi a destinazione balneare della nomenclatura sovietica

04 Pubblicazione in atti di convegno
Posocco Pisana

Le coste del mare del Nord, ed in particolare quelle delle repubbliche baltiche, sono state interessate da fenomeni turistici sin dalla fine del ‘800.
Vista la vicinanza di dette stazioni balneari con Mosca e San Pietroburgo, e in ragione della loro vocazione turistica e dello sviluppo che questi luoghi avevano già avuto sin dalla fine del XIX secolo, con l’annessione dei paesi baltici all’Unione Sovietica la vocazione di luogo di vacanza è stata mantenuta e sviluppata: queste aree erano viste come alternativa, o forse come complementari, alle mete sul Mar Nero. Oltre a vari sanatori e campi di pionieri, che c’erano qui come in tutte le località turistiche sovietiche, vennero qui costruite alcune delle residenze di vacanza per la nomeklatura di partito, in particolare in Estonia fu costruita durante gli anni ’80 la villa di Andropov; mentre in Lituania presso Palanga, fu costruita nel 1979 villa Auska per Brežnev, che non la userà mai perché preferirà sempre la residenza di So?i e il clima del Mar Nero.
Sempre in Estonia, in particolare la città di Tallin fu scelta come sede delle manifestazioni nautiche delle Olimpiadi che Mosca si aggiudico per il 1980. In Lituania, a Palanga, fu costruita nel 1977 una struttura di vacanza destinata all’Accademia delle Scienze, come pure le bellissime strutture ricreative per una fattoria modello presso Juknai?iai, 1985.
Queste strutture, o perché destinate a funzioni pubbliche, o perché legate ai più alti gradi del potere sovietico, non hanno subito le grandi ristrettezze economiche cui spesso era sottoposta l’edilizia, in particolare quella residenziale. In tal modo ci permettono di indagare l’evoluzione dell’architettura sovietica in un periodo ancora assai poco studiato.

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