Andrea Pozzo e il corridoio della Casa Professa del Gesù
Gli affreschi del corridoio antistante le stanze di S. Ignazio presso il collegio Romano dei Gesuiti sono tra gli esempi di quadrature barocche più significativi ed efficaci nel loro intento illusionistico, poiché, nella loro molteplicità, offrono da un particolare punto di osservazione – come dimostreremo – un’unica, omogenea e potente prospettiva, la quale avvolge lo spettatore includendolo in un contesto architettonico virtuale che, pur prendendo spunto dallo spazio reale (esempio ne è la ripresa nell’affresco delle nicchie reali che interessano la parete finestrata), ne modifica notevolmente le caratteristiche fisiche, costruendo una nuova e ricca cornice architettonica quale luogo in cui convivono mondo reale e mondo divino.
Nella semplice geometria del corridoio (fig. 3), che termina con una parete a sbieco fortemente inclinata ed è coperto da una volta a botte a profilo ribassato, Pozzo affresca ogni centimetro dei 260 mq di superficie intonacata. Appena si accede al corridoio (fig. 4a) si è stupiti dalla notevole molteplicità di linee e colori che si dispongono su ogni centimetro della superficie intonacata, senza soluzione di continuità, pur risaltando ancora la vera forma della galleria in contrapposizione a quelle linee curve e fluidificate che si notano, in corrispondenza della volta e che tuttavia appaiono ancora prive di ‘solidità’. Man mano che ci si avvicina al centro della galleria, si affievoliscono le distorsioni e quelle fluide linee si compongono in una rigorosa prospettiva che ammette un centro di proiezione unico, dal quale – anche ruotando liberamente lo sguardo – ogni spigolo, ogni angolo che aveva caratterizzato la geometria dell’ambiente reale viene neutralizzato dalla nuova architettura dipinta (figg. 4b, c), ad esclusione di alcuni elementi che diventano punti di coincidenza tra i due spazi, come la scala e le aperture.