La ricerca ha come oggetto la ripresa e la definizione del concetto di frammento di architetture del passato e dei criteri della loro ricollocazione, rimontaggio e reintegrazione nel restauro del patrimonio culturale. L'importanza e la novità del tema di ricerca proposto nascono dalla necessaria messa in discussione della concezione e degli esiti operativi sui frammenti e resti di antiche strutture architettoniche, alla luce dei più recenti sviluppi nel campo estetico, delle tecniche e della rappresentazione virtuale di oggetti, opere o parti di opere perdute. Oggi, richieste della contemporaneità si concentrano, da una parte, sulla necessità di ricostruire operando sui resti di edifici distrutti da eventi catastrofici, antropici e naturali e, dall'altra, sulla risposta alle esigenze della conservazione e della valorizzazione culturale offerte ora dal vorticoso sviluppo tecnologico che, con sempre maggiore frequenza, dà luogo a restituzioni virtuali, troppo spesso identificate, erroneamente, come parte dell'operatività propria del restauro (cd. `restauro virtuale'). L'analisi di alcuni casi di reintegrazione di opere in frammenti sarà d'aiuto e sostegno allo svolgimento dello studio comprendendo anche alcuni casi di ricomposizione di frammenti tramite anastilosi diretta e indiretta, un particolare tipo di ricomposizione e reintegrazione dei frammenti architettonici, analizzata con esempi appartenenti a progetti di restauro del passato e contemporanei. Obiettivo della ricerca è dunque l'ampliamento di una conoscenza approfondita del pensiero contemporaneo, anche filosofico ed estetico, sul tema del frammento e della 'unità potenziale' dell'opera, anche se mutilata, analizzato attraverso una disamina delle posizioni odierne nel campo della psicologia dell'arte, in quello della realtà architettonica considerata nel suo rapporto fra materia, forma e memoria, nel singolo frammento, e nel confronto con approcci di altra natura, come quello cognitivista.