Le recenti trasformazioni dell'Esecutivo e in particolare della sua figura esponenziale, che è il presidente del consiglio, sono originate da una verticalizzazione del potere politico, che ha trasformato i rapporti tra Governo e Parlamento e - almeno in Itaila - ha portato verso un accentramento del potere in capo all'esecutivo.
Ciò è dovuto a una serie di concause: il lungo periodo di emergenza sia economica, sia legata a fenomeni migratori e al terrorismo, che ha imposto decisioni rapide che si ritiene il potere normativo del Govenro possa meglio soddisfare in tempi brevi, rinunciando però sempre più spesso a un dibattito parlamentare vero e proprio.
Inoltre, il sistema elettorale adottato con legge n. 270 del 2005, in parte dichiarato incostituzionale con sent. n. 1/2014, ha ulteriormente ridotto la rappresentatività dei parlamenti, soprattutto a causa delle cosiddette "liste bloccate", che non hanno permesso una selezione autonoma dei propri rappresentanti da parte degli elettori. In questo scenario, il Governo ha avuto la meglio su un Parlamento scoordinato e poco autorevole e ormai destinato a ratificare le decisioni e gli atti dell'Esecutivo.
Lo scenario è però in via di trasformazione sia per la imminente modifica della legge elettorale, sia per l'incapacità di formare in Parlamento maggioranze stabili. Questo ruolo rafforzato dell'Esecutivo è uno degli aspetti che evidenziano i mutati rapporti tra Parlamento e Governo ove il potere decisionale è sempre più di sovente assunto da quest'ultimo organo senza che il Parlamento riesca però a colmare tale lacuna nelle sue competenze trasformando il suo ruolo in quello di controllore dell'attività del Governo oppure accentuando la sua attività di discussione e di dibattito politico, come il contingentamneto dei tempi della discussione dimosta da tempo.