The Protection of Vulnerable Individuals (Workers, Minors, Consumers, Migrants): From Judicial Safeguards to Artificial Intelligence
La ricerca punta ad indagare il fenomeno della tutela giurisdizionale differenziata – fenomeno reso diritto positivo nella giurisdizione interna sin dalla seconda metà del secolo scorso – alla luce di plurime novità che in tempi recenti interessano il sistema giurisdizionale (sia interno che internazionale). In particolare, le vicende di rilievo - e conseguentemente i profili che saranno oggetto di studio - sono così sintetizzabili:
1) Indagine intorno all’esperienza comparatistica ed internazionale, soprattutto alla luce dell’integrazione europea e della necessità di un’armonizzazione tra gli ordinamenti che non deve sacrificare l’autonomia processuale di ciascuno di essi. Si tratterà di individuare la giusta linea di confine tra l’adeguamento della normativa interna a quella europea e la necessità di preservare autonomia al sistema nazionale in ragione delle peculiarità che lo caratterizzano;
2) riflessioni intorno all’incrementarsi di posizioni soggettive “vulnerabili” nel contesto sociale e nelle relazioni di diritto sostanziale. Plurime sono le categorie di soggetti ritenuti “deboli” ed altrettanti gli studi anche interdisciplinari che se ne occupano (sul piano, tanto dei principi e delle garanzie costituzionali, quanto delle regole sostanziali e processuali). Per non rendere la ricerca troppo dispersiva ed orientarsi così su alcuni punti nevralgici della realtà sociale, saranno prese in considerazione solo alcune esemplificazioni di vulnerabilità: il lavoratore subordinato (pioniere di quella nozione di “parte debole” che ha visto nascere un processo ad hoc), il minore (sia all’interno che al di fuori della relazione familiare nei suoi rapporti con i genitori o con chi esercita la potestà, i nonni ad esempio, nonché con altre figure professionali quali il curatore speciale del minore), il consumatore (nella nozione lata che vorrà assegnarsi a tale categoria soggettiva), il migrante (anch’esso oggetto di attenzione in un sistema particolarmente esposto al manifestarsi del riconoscimento della protezione internazionale soprattutto in talune regioni dell’Italia);
3) l’affermarsi in misura sempre più evidente dell’intelligenza artificiale quale strumento rimediale per la soluzione di tante patologie della giurisdizione (non ultimi quello della ragionevole durata del processo, nonché dell’efficienza e dell’effettività) impone da ultimo di indagare i riflessi dell’evoluzione tecnologica sul soggetto debole. L’attenzione sarà concentrata sull’IA cd. forte per comprendere se essa sarà in grado di sostituirsi all’intelletto umano, sia nella identificazione delle posizioni di vulnerabilità sociale, sia nella ricostruzione delle relative ricadute sul piano della giurisdizione; il tutto al fine di comprendere se davvero i modelli di IA riescano a risolvere il problema – oggi centrale – di un processo che, in quanto dalla durata patologicamente irragionevole – finisce già di per sé per pregiudicare proprio i soggetti vulnerabili. La questione andrà valutata con taglio critico rispetto ai rischi a cui espone l’IA, soprattutto in relazione al margine di errore dell’algoritmo e dunque alle conseguenti patologie che potrebbero manifestarsi nel processo.
