Laboratorio San Lorenzo. Prove di rigenerazione sostenibile nel quartiere di San Lorenzo a Roma
La sperimentazione descritta nell’articolo muove dall' obiettivo di “vegetalizzazione urbana” da declinarsi in quella dimensione dove l’azione del cittadino può determinare il cambiamento del proprio “ambiente di vita”: il quartiere.
Il percorso così definito si identifica come un “Laboratorio di rigenerazione urbana sostenibile” e prende forma nel quartiere di San Lorenzo a Roma. San Lorenzo viene scelto come area test in ragione di alcune specificità: densità, mineralità, degrado, una riserva di spazi dismessi potenzialmente strategici a fini green ma anche una tradizione nel campo della cultura e dell’associazionismo e la presenza di preesistenze storico-archeologiche di valore.
Il network di attori coinvolti è costituito da Roma Capitale, Municipio II, Sapienza (DICEA, SBAI, DIBA), CNR, Istituto Comprensivo Tiburtina Antica, Ambassade de France, Université Paris 1 Sorbonne-Panthéon, FFSS, Ex-Dogana. A questi si aggiunge la costellazione delle associazioni di San Lorenzo e tra queste quelle che hanno collaborato con il Laboratorio San Lorenzo sono l’associazione GRU (2017), il Comitato di Quartiere e il Comitato Beba e Habicura (2018-2019).
L’agenda delle azioni promosse dal Laboratorio San Lorenzo risponde quindi alla necessità di individuare spazi per la natura in città, di tessere connessioni sociali e verdi per rigenerare luoghi e percorsi di quartiere, riproponendo l’approccio del rammendo evocato da Renzo Piano (2015) con micro azioni di bio “agopuntura-urbana” . Come ricorda Gilles Clément , gli spazi modesti conquistati attraverso azioni semplici sono davvero importanti dal punto di vista simbolico e consentono di sperimentare un modo diverso di connettere abitanti e natura.