Riabitare insieme. Fabbriche e nuovi modelli di studentato
Riuso, ibridazione architettonica e vita partecipata sono le nozioni attorno a cui sviluppare alcune riflessioni sul tema del disagio abitativo nella città contemporanea. Il termine di relazione è identificato nella ricerca di possibili risposte per contemperare le esigenze attuali con la ridotta disponibilità di risorse economiche. La chiave di lettura proposta sta nell’imparare da ciò che la città produce, nell’intercettare i bisogni e le reazioni sociali in atto nella città di Roma. Sulla base di tali premesse, il saggio - esito anche di un lavoro di ricerca sul campo - riconosce le occupazioni informali messe in atto da comunità di giovani (studenti, neolaureati e precari) come laboratori di nuove idee, approcci e strategie da interpretare nel progetto architettonico e urbano per elaborare l’auspicabile sintesi tra la disponibilità d’ingenti risorse immobiliari in attesa di una seconda vita e l’urgenza di fornire efficaci risposte alle rinnovate esigenze di una società contemporanea sempre più oppressa dall’emergenza abitativa e lavorativa. La presentazione di alcuni casi studio di riconversione per la riattivazione e formalizzazione di spazi in disuso intende dimostrare la potenzialità del progetto di architettura di innescare nuove relazioni, generare inedite sinergie, ‘attivare’ una rigenerazione, non solo dell’edificio e del suo contesto urbano, ma anche dell’individuo e della collettività.