Ripartire dal centro storico. Dalla difesa al progetto
Come più volte ho avuto modo di affermare, penso che i centri storici e più in generale le città storiche siano i punti di forza per la costruzione di un futuro condiviso e sostenibile. Una straordinaria risorsa da curare, valorizzare, rilanciare e non semplicemente un problema da risolvere. Soprattutto in Italia.
Lo sono le grandi città, poche e non così grandi, lo sono le cento città medie che orientativamente corrispondono ai capoluoghi di provincia - centonove in tutto - che, con poche eccezioni, sono centri di grande rilevanza sul piano della qualità fisico-materiale, della sedimentazione dei caratteri simbolici, monumentali e storico-testimoniali, del deposito culturale, della capacità di produrre, attrarre e aggregare, risorse e idee. Lo sono infine i piccoli centri che disegnano reti capillari pervasive e costituiscono presidi basilari di territori talvolta difficili e marginali.
Sono città o parti di esse dotate di un potenziale altissimo, oggi sottostimato, che in un orizzonte di decrescita, opportunamente ripensate, riorganizzate e attrezzate, possono offrire concrete opportunità per un abitare che possa mettere di nuovo al centro la qualità della vita, la misura e la dignità della persona. Progettarne la conservazione, la trasformazione, il riuso, finalizzando le azioni a un coinvolgimento attivo nelle dinamiche della vita contemporanea, è la sfida che abbiamo di fronte per i prossimi anni.