Fare paesaggi. Principi, dispositivi, procedure d'ibridazione ai confini dell'urbanità

02 Pubblicazione su volume
Celestini Gianni, Sciarrone Cristina, Russo Dalila

Il tema dell’interferenza è motivo ricorrente all’interno delle conformazioni diffuse della città contemporanea. L’incontro/scontro tra sistema urbano in espansione e tessuto agricolo pre-esistente ha generato territori indecisi, dal carattere ibrido e di difficile definizione.
In queste condizioni, gli spazi aperti abbandonati/sottoutilizzati/residuali rappresentano un sistema potenzialmente reattivo il cui valore risiede nella condizione di disponibilità al cambiamento che lo rende vera e propria risorsa riciclabile per un paesaggio urbano-rurale in trasformazione.
La prevaricazione nociva del sistema urbano su quello rurale può evolvere in contaminazione reciproca: gli spazi aperti disponibili permettono la creazione di circuiti virtuosi di funzioni/socialità/economie legati all’agricoltura ma capaci di restituire carattere “urbano” (in termini di accessibilità alle risorse e condivisione di un patrimonio di usi e valori) ai paesaggi della città dispersa.
Si tratta di un “nuovo” modo di pensare la città ai suoi confini, che riconosce al paesaggio la funzione di sistema cicatrizzante pervasivo, capace di tenere assieme sinergicamente principi di qualità estetica e ambientale dello spazio con istanze sociali ed esigenze di sviluppo economico.
Prende forma quindi una procedura di riattivazione dei territori ai confini dell’urbano articolata in tre momenti: mappatura, azione orientata a costruire le geografie urbano-rurali attraverso la ri-definizione dei margini; sistematizzazione, azione volta alla creazione di reti sostenute da cicli vitali legati all’agricoltura ma con funzionalità sociali urbane; proiezione, azione diretta all’individuazione di fasi di sviluppo del processo di riattivazione ed ibridazione del territorio e dei relativi spazi disponibili.
Auto-sostentamento, micro-economia, multifunzionalità, identità sono obiettivi da perseguire attraverso l’applicazione di strategie flessibili, atte a definire paesaggi capaci di rispondere positivamente al cambiamento.

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