Il cibo tra socializzazionee generazioni. Le opportunità della comunicazione digitale
Nella mappa dei temi raggruppati intorno alla generosa formula “Food and Culture” lo street food, oggetto della riflessione sviluppata in questo contributo, si pone quale argomento trasversale tra il fascino della tradizione e della cultura gastronomica e l’innovazione comunicativa. Inoltre, l’aggregazione intorno all’identità del cibo consumato negli spazi pubblici e persino nell’agorà, la piazza, diventa una paradossale e utile sollecitazione etica, oltre che intellettuale.
Il cibo di strada, nel suo “offrirsi” ai passanti o a chi decide di fermarsi, induce pacatamente alla ricomposizione intorno ai pochi elementi riconoscibili, come gli alimenti. Un chiaro invito a vivere i luoghi “insieme” (etimologicamente “unitamente”, “in compagnia di”), scongiurando la solitudine e l’individualismo, mali spesso insanabili della modernità.
Il recupero e la valorizzazione di questa tradizione vedono due protagonisti indiscussi: i giovani, le seconde generazioni di imprenditori, e il digitale quale strategia di amplificazione della voce delle realtà nascoste dei territori e della gente. In questo senso, lo street food, che ha fatto della crisi un driver di cambiamento, si trova più avvantaggiato rispetto al resto della ristorazione. Rimesse in moto dalle seconde/terze generazioni di imprenditori, ragazzi spesso dimenticati dalle agenzie tradizionali, da una politica concentrata sulle sirene del presente, le nuove realtà del cibo di strada nascono digitali e fanno della continuità tra piazze fisiche e quelle ambientate online il loro valore aggiunto, ponendosi dunque quale strategia di avvicinamento delle persone alla qualità, alla rivisitazione della tradizione alimentare, alla riscoperta della forza centripeta e socializzante del cibo e, perché no, del suo territorio.