L’art. 20 T.U.R. di nuovo nell’occhio del ciclone: si salvi chi può

01 Pubblicazione su rivista
DELLA VALLE, Eugenio
ISSN: 1590-8100

Come un fulmine a ciel sereno irrompe l’ordinanza della Corte di cassazione n. 23549/2019, con cui si rinvia al Giudice delle leggi la questione di legittimità costituzionale dell’art. 20 del T.U.R. nella sua attuale formulazione, il quale nega rilevanza, nell’applicazione del tributo di registro, ad elementi extratestuali e al collegamento negoziale. L’arresto prende le mosse dalla ritenuta (dalla Corte) mancanza di giustificazione, ex artt. 3 e 53 Cost., della previsione della “tassa fissa” di registro per talune combinazioni negoziali coinvolgenti operazioni straordinarie a fronte dell’imposta proporzionale a carico della cessione diretta dell’azienda, in presenza in entrambi i casi di pari forza economica. Senonché, diversamente da quanto divisato dalla Corte, una siffatta incongruenza verrebbe più convincentemente eliminata, non già assoggettando ad imposta proporzionale le suddette combinazioni negoziali, bensì prevedendo, al contrario, la misura fissa per la compravendita di azienda. Insomma un “livellamento” verso il basso (“tassa fissa”) e non già verso l’alto (imposta proporzionale).

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