La distribuzione personale del reddito e la tassazione progressiva

02 Pubblicazione su volume
Peragine Vito, Palmisano Flaviana, Brunori Paolo

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un crescente interesse da parte economisti, media e
decisori politici sui temi della diseguaglianza e della redistribuzione dei redditi. È molto
frequente imbattersi in articoli di giornale o dibattiti pubblici nei quali si discute dell’aumento
delle diseguaglianze o degli effetti che questa avrebbe sulla crescita economica o
sull’orientamento politico dell’opinione pubblica. Si tratta di temi complessi rispetto ai quali
la letteratura scientifica non ha ancora raggiunto un consenso unanime. La complessità di
questi problemi non deriva soltanto dalla difficoltà di svelare nessi causali che legano la
diseguaglianza ad altri fenomeni. È il fenomeno stesso della diseguaglianza ad essere difficile
da descrivere e da misurare. Tutti abbiamo un’idea approssimativa di cosa sia la
diseguaglianza, ma è molto difficile pervenire ad una definizione rigorosa del fenomeno. La
prima parte di questo capitolo sarà dedicata a chiarire una serie di aspetti definitori e
metodologici che ci serviranno ad avere una comprensione esatta di cosa intendiamo quando
parliamo di diseguaglianza.
La diseguaglianza misura l’eterogeneità di un fenomeno, si può studiare la diseguaglianza
genetica di una popolazione o si può misurare la diseguaglianza nutrizionale nelle diete di
varie regioni. Fase propedeutica alla misurazione della disuguaglianza, dunque, è la scelta
dello spazio valutativo. Poiché il reddito è considerato una buona misura del benessere
dell’individuo e della sua capacità contributiva, la distribuzione del reddito è il fenomeno a
cui si è dedicata la maggior parte della letteratura economica. Si tratta, infatti, di un
fenomeno fondamentale sia per valutare quanto differenti siano le condizioni di vita degli
individui sia come siano ripartite le risorse a disposizione del governo per la redistribuzione.
Per questo motivo questo capitolo si concentrerà prevalentemente sul reddito come spazio
valutativo. Una buona parte degli aspetti metodologici presentati possono essere utilizzati
per misurare la diseguaglianza anche in altri spazi come la salute, l’istruzione o la ricchezza.

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