Questioni di metafisica nel Settecento tedesco
Il Settecento è notoriamente considerato ‘il secolo dei Lumi’. Tuttavia, al contrario di quanto avviene nel resto d’Europa, l’Illuminismo tedesco presente la caratteristica originale di non rifiutare la metafisica, con cui invece intrattiene un confronto costante e approfondito. Christian Wolff, forse l’esponente principale della Aufklärung sino a Kant, è al contempo pensatore metafisico per eccellenza. Lo stesso Kant, come la storiografia filosofica ha potuto abbondantemente mostrare, pur chiudendo definitivamente le porte alla metafisica teorica, si proclama ‘innamorato’ di questa disciplina, e costruisce la sua ‘filosofia trascendentale’ come una 'filosofia prima', offrendo alla "Critica della ragion pura" un impianto metafisico. Già solo menzionando questi due autori del Settecento tedesco, ossia Wolff e Kant, si chiamano in causa due tappe decisive non solo per la Germania, ma per la storia della metafisica 'überhaupt'. È infatti in ambito tedesco, nel corso del Settecento, che Wolff – e il wolffiano 'sui generis' Alexander Gottlieb Baumgarten – portano al culmine una tendenza sistematizzatrice iniziata secoli prima, con la Scolastica, e che suddivide la metafisica in una parte 'generalis' (da un certo momento denominata ‘ontologia’) e una 'specialis' (suddivisa in psicologia, cosmologia e teologia, forse sulla scorta di una progressiva revisione della classificazione aristotelica delle scienze teoriche). Ed è inGermania, nel Settecento, che Kant assesta un colpo decisivo ai ‘sogni visionari’ della metafisica, segnando uno spartiacque decisivo nella storia del pensiero, ma inaugurando contemporaneamente anche quella che, con un neologismo, egli definisce originalmente una ‘metafisica dei costumi’.Il Settecento tedesco sembra quindi segnare lo zenit e il tramonto della metafisica. Attorno a questi due estremi, si sviluppa nel corso del secolo un dibattito molto articolato che la ricerca specialistica ha negli ultimi decenni sempre maggiormente approfondito e che appare però meritevole di ulteriore attenzione. Gli sviluppi dell’Illuminismo e la sua originale declinazione, i legami con Inghilterra e Francia, le tradizioni del cartesianesimo, degli enciclopedisti e dell’empirismo, i dibattiti proposti dall’Accademia di Berlino, le scuole wolffiane e pietiste, la ripresa e la critica della religione, il dibattito con le scienze naturali, la tradizione dell’aristotelismo protestante, i contesti accademici specifici, il passaggio dall’uso del linguaggio tecnico latino a quello volgare, il sorgere dell’idealismo, o tutta una serie di autori specifici: si tratta di argomenti su cuiancora molto deve esercitarsi il lavoro di ricostruzione, con un interesse storico filosofico notevole sia di per sé, sia rivolto 'a parte ante', ossia alla lunga durata del pensiero e della terminologia scolastica, sia rivolto 'a parte post', ossia al kantismo e alla successiva nascita dell’idealismo, ma anche ad echi e riproposizioni di dibattiti analoghi nel pensiero contemporaneo.Il volume tenta dunque di offrire un contributo in questa direzione, recuperando e approfondendo moltissimi dei modi con cui, nei diversi autori e nelle diverse scuole e correnti di pensiero, si dice ‘metafisica’ nel Settecento tedesco