A proposito della nuova normativa in materia di migrazioni. Le incostituzionalità non discusse
Il Governo, scegliendo di porre la fiducia, ha impedito al Parlamento di discutere delle palesi incostituzionalità
delle norme – da più parti denunciate − che si sono dovute obbligatoriamente votare nella versione imposta dal
Consiglio dei Ministri. La richiesta della fiducia è stata posta dal Governo in primo luogo al Senato per arginare i
dissensi interni alla maggioranza, reiterata poi alla Camera – ove non vi erano problemi di “numeri” – solo per
impedire di discutere modifiche al testo predisposto: si esprime così, con evidente plasticità, la crisi del nostro
sistema parlamentare, costantemente impedito dal Governo di svolgere le sue funzioni costituzionali. Dopo la
conversione in legge spetterà ora alla Consulta esprimersi sulla costituzionalità delle norme. Questioni di legittimità costituzionale che non tarderanno ad essere sottoposte al giudice delle leggi in sede incidentale, ma
che potrebbero anche pervenire alla Consulta in via diretta ove le Regioni – come hanno già preannunciato – si attivassero. Non è detto dunque che la ferita inferta dal Parlamento alla Costituzione non possa essere almeno in parte riassorbita. Rimane in ogni caso il fatto inquietante che l’attuale maggioranza non sembra preoccuparsi minimamente dei limiti che la Costituzione impone.