La sfida della responsabilità ambientale nel sistema costituzionale alla luce dell'enciclica Laudato si'
Il lavoro muove dall’espressione “responsabilità ambientale” per focalizzare l’attenzione sul versante dei doveri dei singoli e delle istituzioni in relazione ad una tematica complessa e interdisciplinare, che concerne il rapporto fra uomo e natura, i c.d. diritti delle generazioni future, il diritto alla salute, quello alla libertà di impresa e allo sviluppo economico-sociale, in relazione alla protezione dell’ambiente, sintetizzabile nel concetto di sviluppo sostenibile. Dopo aver richiamato il quadro giuridico europeo e aver posto in luce la rilevanza sia ambientale, sia economica di alcune norme, ci si sofferma criticamente sul paradigma al quale solitamente si riconduce la questione ambientale: quello del dilemma fra l’impresa e l’ambiente, fra la libertà di iniziativa economica e l’ecologia. Un’impostazione che è riflesso della contrapposizione fra le due principali visioni, estreme, concernenti il rapporto fra l’uomo e la natura: quella dell’antropocentrismo tecnocratico e dell’ecologismo. La ricerca di un equilibrio e di un legame fra ambiente ed economia, nella consapevolezza che gli interessi di ciascun ambito, alla lunga, siano tra loro convergenti, viene dunque additata come la vera sfida, in coerenza con i principi costituzionali e in consonanza con il messaggio di fondo dell’enciclica Laudato si’. Si evidenzia, infine, come la responsabilità ambientale rappresenti una sfida non solo sotto il profilo costituzionale ed economico, ma anche sotto il profilo filosofico-antropologico, ove si approfondisca e si riconosca il tema dell’esistenza di finalità in tutti gli esseri, compreso l’uomo, così da configurare anche un’«ecologia umana». La domanda circa l’esistenza di una ragione oggettiva che si manifesta nella natura conduce così alla domanda circa l’esistenza di una Ragione creativa e alla prospettiva di un Creator Spiritus, come ricordato da Joseph Ratzinger nel discorso al Parlamento tedesco del settembre 2011, non senza riferimenti critici alla differente prospettiva di Hans Kelsen, chiusa alla possibilità di tale prospettiva.