Il difficile percorso degli immigrati nella scuola italiana. Riflettere sull'inclusione secondo i risultati di PISA
Il numero degli studenti stranieri è cresciuto costantemente negli ultimi 20 anni, ma si sta stabilizzando poco sopra quota 800.000, circa il 10% della popolazione scolastica, anche per effetto della parallela diminuzione degli studenti nativi. Bisogna però ricordare che oltre la metà (61%) degli studenti stranieri è nata in Italia, ed è quindi di seconda generazione. ISTAT e MIUR stanno accompagnando il fenomeno con un aggiornamento costante dei dati, ma è possibile considerare anche un altro punto di vista, quello dell’OCSE e dell’indagine PISA. A partire dal 2000 uno dei principali temi emersi da PISA ha riguardato proprio le performance degli studenti non nativi e la conseguente riflessione sulle politiche attuate dai Paesi per favorirne l’inclusione. L’analisi comparativa può risultare molto utile per capire in che modo affrontare i diversi problemi (sociali, linguistici, didattici) che caratterizzano la presenza degli studenti stranieri in un sistema di istruzione. Nel corso dei diversi cicli i risultati nelle diverse competenze degli studenti immigrati sono stati sempre più bassi rispetto agli italiani, ma soprattutto costantemente più negativi rispetto agli immigrati degli altri paesi. Accanto ai risultati di profitto è importante analizzare i fattori di benessere, individuale e sociale, che possono rinforzare la resilienza degli studenti immigrati. Viene discusso un modello derivato da una recente pubblicazione OCSE finalizzato all’inclusione degli studenti immigrati.