Signs and thicknesses of the city. The evolution of urban representation in premodern cartography

02 Pubblicazione su volume
Iacomoni Andrea

I documenti cartografici sono strumenti utili per lo studio della città, ed in particolare, per la ricognizione delle strutture di lunga durata del territorio. Le carte storiche contengono tutte le invarianti rappresentate dai valori, preesistenze, permanenze e sedimenti, individuando quella che Lavedan definiva “legge della permanenza della pianta”, oltre che un prezioso scrigno che ci informa come si è modificato il ruolo della città nel tempo.
Dopo la stagione della crescita, in cui si è estesa la città “consumando territorio”, oggi, nella consapevolezza della necessità di preservare l’ambiente, esiste una maggiore attenzione alla città consolidata, ricorrendo alla riqualificazione, al recupero, ponendo così un limite all’espansione, riutilizzando l’esistente. Il territorio in quella “passata stagione di crescita” era considerato un mero supporto, contenitore di attività, una risorsa illimitata, ma, diversamente, rappresenta una stratificazione nel tempo di fatti e cultura, spazio di relazioni, bene prezioso, limitato e non riproducibile. In questo nuovo modo di intendere la città ed il territorio sono cambiati anche gli strumenti del conoscere, e la cartografia, anche quella storica, in questo caso torna ad essere documento “parlante”, assumendo
nuovamente quella importanza nell’interpretazione del fatto urbano, volta a riconoscere e ridare qualità e identità ai luoghi. Il contributo intende riportare l’evoluzione della rappresentazione della città e del territorio, indicando i segni e gli spessori della cartografia premoderna al fine della riconoscibilità delle trasformazioni urbane.

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