Dante

Dai volgarizzamenti agli scrittori: «conversare» nel «Convivio» di Dante

Conversatio / communicatio in Middle Ages

means not a linguistic, but a moral condivision. By developing

this concept of conversazione, in the third book of

the Convivio, Dante reveals to the reader the real essence

of Aristotelian knowledge: the Wisdom beloved by Solomon

in the Bible. In Aristotelian terms, he says, Love is

the «form» of the relationship between man and Knowledge

because Wisdom loves the one who loves her (III

xi). Thus, the desire for knowledge quoted by Dante at the

Dante e l'averroismo di Cavalcanti. Un nodo storiografico da ripensare?

L’articolo discute la tesi dell’averroismo di Cavalcanti, sostenuta da Bruno Nardi in un articolo del 1940, pubblicato su «Studi Danteschi». L’analisi si concentra particolarmente sui versi 29-31 di Donna me prega, sui quali Nardi basa la sua ipotesi dell’averroismo di Guido, e dei quali viene proposta una interpretazione alternativa. L’autore discute infine la conseguenza che la confutazione della tesi nardiana produce sull’esegesi di due luoghi del poema dantesco, di solito implicati con quella tesi (Inferno X e Purgatorio XXV).

Il "nuovo Dante" nella musica. Dante e Petrarca in due manoscritti romani di Nicolò Antonio Zingarelli

Dall'esame di un manoscritto conservato a Roma di Nicolò Antonio Zingarelli, contenente fra molte cantante anche una ampia sull'episodio dantesco del conte Ugolino della Gherardesca, si amplia lo sguardo alla fortuna del "nuovo Dante" attraverso la seconda metà del Settecento.

Denti

Il saggio ha per oggetto l'immagine del morso devastante e omicida nella Commedia dantesca. Viene analizzata in particolare la situazione del dannato Ugolino della Gherardesca (Inf. canti 32-33).

Poesia e verità in Dante

La riflessione sul rapporto tra poesia e teologia non è infatti «post-dantesca»41, così come la riflessione sulla poesia come linguaggio autonomo non
è un approdo tardo medioevale legato alla Poetica aristotelica. Il punto di partenza è tardo antico, e comporta: 1) l’affermazione aristotelico-platonica di un
nesso arcaico e “iniziale” tra poesia e teologia rappresentato dai poeti sapienziali, mantenuto dalla cultura cristiana; 2) l’affermazione di una opposizione tra

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