didattica della filosofia

Thomas Hobbes

Thomas Hobbes (1588-1679) inaugura, nel panorama filosofico europeo del Seicento, un nuovo orientamento opposto a quello razionalista, noto come empirismo. Se a legare i razionalisti – il cui padre e maggior esponente è Cartesio [ 3.10] – è la tesi che sostiene l’esistenza di idee innate, tra i princìpi che accomunano il pensiero degli empiristi ritroviamo la negazione dell’esi- stenza di idee innate e la conseguente affermazione che tutta la nostra co- noscenza proviene dalle percezioni dei sensi, cioè dall’esperienza del mon- do.

Leibniz

Gottfried Wilhelm Leibniz è uno dei giganti del pensiero filosofico. «Anche se avesse dato il suo contribuito a uno solo dei campi di cui si è occupato – diritto, storia, politica, linguistica, teologia, logica, tecnologia, matemati- ca, scienza, filosofia – sarebbe comunque passato alla storia. Ma ha contri- buito a tutti, e non da dilettante, ma da innovatore capace di guidare gli specialisti». Questo è quanto scrive Eric J. Aiton in una delle più accurate biografie di Leibniz, pubblicata nel 1991.

Giambattista Vico

Galileo aveva sostenuto nel Saggiatore (1623) [ 2.6] che l’universo è un grandissimo libro «scritto in lingua matematica» e che per conoscerlo biso- gna «conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto», cioè le figure geometriche.

Rousseau

Romanziere di grande successo, musicista e musicologo, esperto di botanica, autore di un’autobiografia, le Confessioni (1770), paragonabile per impor- tanza solo alle Confessioni di Sant’Agostino, e di un libro sull’educazione, Emilio (1762), che costituisce uno dei grandi testi pedagogici dell’Occiden- te, Rousseau ci ha lasciato un insieme di opere che costituisce tutt’oggi un elemento imprescindibile per la cultura europea. Ma sono soprattutto i suoi scritti di filosofia della storia, di morale e politica che hanno avuto maggior rilievo in ambito filosofico.

Charles S. Peirce e William James

Il pragmatismo è una corrente filosofica che si è sviluppata negli Stati Uniti intorno al 1870, vale a dire in anni di grandi trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche: un vasto paese rurale, ancora segnato dallo schiavismo, si sarebbe via via affermato come una grande potenza mondiale, all’avanguardia in molti campi del sapere, delle arti e della tecnologia. Il pragmatismo fu un modo di raccogliere la sfida che il progressivo verificarsi di questi profondi cambiamenti poneva alla filosofia, alle scienze e alla vita sociale e politica.

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