letteratura

Riflessione critica e pratica traduttiva in Luigi Meneghello

L’articolo ha come argomento il ruolo rivestito in Luigi Meneghello dal rapporto tra esperienza del plurilinguismo ed elaborazione dell’identità autoriale. Tale esperienza profondamente significativa per lo scrittore è analizzata da diversi punti di vista, che coincidono con altrettante virtù intellettuali dell’autore, le quali si realizzarono non solo in forma di opere narrative sui generis ma anche nelle sue numerose riflessioni critiche e teoriche sull’interplay linguistico-traduttivo che ha caratterizzato tutta la sua vicenda umana e intellettuale.

Il popolo nel "Conciliatore"

Il saggio prende in esame i principali usi della parola ‘popolo’ nella rivista milanese «Il Conciliatore». A partire dall’analisi delle occorrenze e alla luce delle oscillazioni di significato più rilevanti che ne connotano l’impiego tra Rivoluzione e Restaurazione, l’intervento si propone di mettere a fuoco la questione cruciale del ‘popolo’ in riferimento ai nuovi metodi di istruzione, alla proposta di forme e generi letterari e al rapporto dei letterati con il potere.

La felicità, un'eredità dell'Illuminismo

L'intervento s'interroga sulla distanza che corre fra la frenetica ricerca della felicità della società contemporanea e l'idea di pubblica felicità, che caratterizzava insieme al riconoscimento di quella privata, il secolo dei lumi; e porta alcuni esempi di ambito letterario che mostrano il divario fra l'idea di una felicità legata alla sfera pubblica e quella di una felicità individuale che sconfina nell'infelicità.

Insegnare il Quattrocento. Necessità e presupposti di un approccio estetico

La letteratura italiana del Quattrocento non risulta oggi attrattiva, se non per studi filologici e storico-culturali; la sua immagine fredda e libresca non corrisponde tuttavia alle reali qualità letterarie di tante sue mirabili espressioni. Solo un approccio disposto a riconoscere e divulgare i pregi estetici dei testi può invertire questo continuo declino, ma a tal fine sono indispensabili iniziative editoriali specifiche.

L'Arcadia di Crescimbeni e il trionfo della poesia. L'incoronazione in Campidoglio del 1725

L'incoronazione poetica che avvenne in Campidoglio nel 1725 segnò l'apice dell'attività culturale di Giovan Mario Crescimbeni, custode arcade chiamato a svolgere la regia dell'evento, da lui controllato nei più minuti dettagli, a glorificare, attraverso il trionfo della poesia, la politica culturale dell'Arcadia espressione delle gerarchie ecclesiastiche dello stato della Chiesa. bernardini Perfetti, presto dimenticato, poeta laureato dell'era Crescimbeni, diventa così lo strumento attraverso il quale l'Arcadia si afferma come Accademia dominante nella realtà romana.

Retorica e politica nel Risorgimento. La Repubblica romana del 1849

La prima parte ricostruisce le modalità di definizione della retorica risorgimentale attorno agli
anni 1848-1849. A Milano, Roma e Venezia la poesia riprende il linguaggio politico e civile della
tradizione di tardo Settecento – primo Ottocento, ma, sulla spinta degli eventi, lo rinnova in
senso più popolare e performativo ; le specificità locali confluiscono in un linguaggio nazionale,
grazie alla circolazione di uomini e versi. Nella seconda parte ci si sofferma sull’esperienza della

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