Vero, verosimile, immaginario: archivi e archivisti e letteratura
Archivi ed archivisti, benché siano luoghi e figure sconosciuti ai più, spesso compaiono nella narrativa, nei film e nella musica. La loro descrizione è spesso funzionale allo sviluppo della trama come succede nei libri e nei film gialli e noir. A volte l’archivio serve, invece, semplicemente da sfondo o da escamotage per iniziare la storia o per darle un fondo di verità storica: basta pensare ad esempio alle affermazioni fatte da Manzoni sulle ricerche svolte sui documenti del XVII secolo per narrare le vicende de I promessi sposi o agli archivi ‘inventati’ da Camilleri per la costruzione della trama dei suoi romanzi storici. Gli archivi, luoghi sporchi, bui, polverosi, sono usati anche come luoghi ‘punitivi’ in cui vengono collocati dipendenti sfortunati o raccomandati o ancora indisciplinati:
succede, ad esempio, in Totò e i re di Roma, nei Viceré o ne L’archivista. Questo lavoro si propone di indagare come archivi e archivisti vengono trattati e descritti nei diversi stili letterari e sui diversi mezzi di comunicazione fino ad arrivare alla loro rappresentazione sui social network.