natura

Un viaggio... costruttivo

Il libro, di Francesco Taormina, raccoglie l'esperienza di un viaggio da lui compiuto nel 2013 per tenere alcune conferenze in Israele, su invito dell'Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv. Il racconto, ruotando intorno all'accentuazione dei valori esperenziali, rende il testo speciale. Non si tratta infatti di un semplice diario, né di descrizioni al servizio delle conoscenze. Il testo si nutre piuttosto di spirito romantico. Si riempie dell'emotività e della soggettività del viaggiatore. Ne tradisce i moti dell'animo.

Georges Descombes progettare la naturalità

Nei comportamenti sociali ed individuali, nella divulgazione mediatica, nei discorsi sulla crisi della città e dell’habitat contemporaneo il ricorso alla natura, alla naturalità e la “verdolatria” sembrano essere una costante rassicurante quanto omologante.
Il ricorso all’ecologia da parte della pianificazione urbanistica e persino della progettazione architettonica sembra essere ormai la via per tentare la comprensione di fenomeni che una strumentazione tradizionale fatica a decifrare.

Progetto e utopia. Orti urbani

L’utopia esorcizza la religione per riallacciarsi alla città delle civiltà tradizionali, la scienza esorcizza l’angoscia dell’uomo, “l’angoscia borghese”, come spiega Tafuri, assicurando la felicità terrena, prospettando un futuro paradisiaco, riconciliando l’uomo con il suo destino. La città radiosa e la scienza sono associate, perché il cittadino di Utopia è certo del suo trionfo sulla natura, di vincere la malattia, di sconfiggere la morte.

Masterplan from Spaces to Places. Il Tevere e la Valle delle Accademie

Il Masterplan, curato nell’ambito dell’iniziativa del Dipartimento PDTA Costruire lo Spazio Pubblico tra Storia, Cultura e Natura, propone una strategia per costruire un sistema di spazi pubblici e fare in modo che tutti gli spazi pubblici (spaces) possano diventare luoghi (places), grazie a una chiara identità morfologica, funzionale, sociale.

Ecologia ed estetica tra romanticismo e azione

La frattura della modernità tra natura e cultura è tema noto e fin
troppo abusato. Lo scudo della cultura è stato, di norma, utilizzato per
segnare il territorio propriamente umano, per definire l'uomo come
un essere a parte rispetto al restante mondo animale e in generale
alla natura. Presupposto di questa operazione di perimetrazione
dell'umanità è stata la tesi della coincidenza esclusiva tra umanità e
cultura. Oggi possiamo affermare a buon diritto che cultura e natura
sono entrambe costrutti culturali.

La natura dell'architettura

Il rapporto natura/architettura chiama in causa la più generale e inclusiva relazione tra natura e cultura all’interno della
quale s’inscrive. Un’endiadi, quest’ultima, che nel sentire comune rimanda a un’ipotetica simulazione di opposti, a un codice che da tempo si utilizza solo per convenzione. Limitando il campo al tema specifico è bene esplicitare il senso che i due
termini dei quali ci occupiamo assumono oggi nelle loro reciproche interazioni. Dall’origine del pensiero e nella storia della

Agire con il paesaggio

Il presente è un’epoca di vorticose accelerazioni che hanno prodotto grande instabilità nel pianeta, tra i popoli e le persone. Crescita demografica, aumento delle migrazioni, della concentrazione urbana nelle città del sud del mondo, del consumo di energia, producono un mondo alterato, attraversato da inediti fenomeni metereologici ed ambientali. L’era dell’Antropocene propone una sfida non solo per le scienze ma anche per le arti, le scienze umane, per il modo abituale di vedere le cose e per la cultura contemporanea: è necessaria un’altra visione delle pratiche e delle teorie.

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