Poesia latina in Arcadia
Presupposti, genesi, funzioni e forme della poesia latina dell'Arcadia delle origini. Edizione di un testo recitato al Bosco Parrasio da Leone Strozzi nei primi anni '90 del Seicento.
Presupposti, genesi, funzioni e forme della poesia latina dell'Arcadia delle origini. Edizione di un testo recitato al Bosco Parrasio da Leone Strozzi nei primi anni '90 del Seicento.
Il diritto di cittadinanza che il mondo della scuola ha nella satira è probabilmente tanto antico quanto la satira. Essendo la scuola del tardo Seicento e del Settecento quasi interamente basata sul latino, ed essendo la satira di questo periodo un genere ancora significativamente latino, non stupisce che la satira diventi a più riprese uno spazio in cui il latino sembra riflettere su se stesso, ovvero sui fondamenti del proprio impero linguistico e culturale. Comincerò dalla fine, chiamando in causa un personaggio che ha quattro quarti di nobiltà scientifica e didattica.
Lo studio indaga le proposte di riforma poetica nel primo Settecento a partire dal nesso tra poesia e virtù. Segnalando Gravina e Muratori come i due autori principali di questa rinnovata attenzione, il libro affronta la funzione della virtù nell'ambito della trattatistica e della poesia italiana in rapporto alle istituzioni cortigiane e alle accademie. Oltre a Gravina e Muratori, sono presi in esame i testi di Paolo Mattia Doria, Giambattista Vico, Biagio Garofalo, Saverio Pansuti, Annibale Marchese, Metastasio, Scipione Maffei, Alfonso Varano.
La letteratura italiana del Quattrocento non risulta oggi attrattiva, se non per studi filologici e storico-culturali; la sua immagine fredda e libresca non corrisponde tuttavia alle reali qualità letterarie di tante sue mirabili espressioni. Solo un approccio disposto a riconoscere e divulgare i pregi estetici dei testi può invertire questo continuo declino, ma a tal fine sono indispensabili iniziative editoriali specifiche.
Metastasio inventa un linguaggio della passione che avrà grandissima fortuna nei secoli XVIII e XIX. L'articolo considera il lessico critico di Metastasio con particolare riferimento ai lemmi passione e ragione. Le diverse occorrenze presenti soprattutto nell'epistolario e nei testi teorici come l'Estratto dell'Arte poetica di Aristotele e il commento all'Arte poetica di Orazio permettono di ricostruire il senso che Metastasio attribuisce a tali parole, dotate nei diversi contesti semantici di un dinamismo interno che riflette l'elaborazione teorica della poetica metastasiana,
Agostino Stàccoli fu un funzionario assai legato alla città d’origine, Urbino, scenario (tra la metà degli anni ’40 e il 1468) della vicenda amorosa cantata nelle sue rime; eppure dalla metà degli anni ’60 e fino al 1488, anno della sua morte, risiedette abitualmente a Roma, come abbreviatore pontificio e oratore dei Montefeltro. Ordinando ottanta rime incentrate su un unico amore, lo Staccoli aveva elaborato un vero canzoniere; con l’aggiunta di altri 20 testi composti fino al 1474, giunse a confezionare una raccolta di 100 componimenti. In questo studio, I.
Il saggio si sofferma sulla raccolta 'Le lettere memorabili' curata da Antonio Bulifon, editore di origine francese, attivo a Napoli dalla seconda metà del Seicento. Il contributo indaga la tipologia della lettera erudita in rapporto all'epistolarità fittizia, soffermandosi in modo particolare sul testo di Gregorio Caloprese sulla 'nvenzione della favola rappresentativa, esempio di lettera-saggio, significativo per la riflessione sulla poesia e sul teatro tra Sei e Settecento.
L'articolo analizza le caratteristiche metriche e linguistiche di una maledizione di età ellenistica proveniente da Cirene
La moltiplicazione delle tecniche di analisi testuale ha reso possibile l’uso combinato di software diversi, piegati di volta in volta a singole esigenze di analisi e ricerca. Tuttavia, l’ampiezza di opportunità offerte dai diversi software non attenua un problema di fondo, insito nelle caratteristiche stesse di alcuni corpora peculiari.
I versi contenuti in questo libro sono la voce lirica, vibrante e temeraria di una donna che ha scelto di parlare per sé e, nell’utilizzare la parola come una spada, ha incalzato, combattuto e ferito una folta schiera di benpensanti, bigotti e ottusi moralisti di regime.
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