Le riforme istituzionali nei Balcani occidentali. Un difficile percorso tra integrazione europea e reminiscenze jugoslave
Novità istituzionali dall'area dell'ex Jugoslavia nel quadrimestre maggio-agosto 2019
Novità istituzionali dall'area dell'ex Jugoslavia nel quadrimestre maggio-agosto 2019
Nell’autunno del 2020 si è aperta all’interno della Jugosfera una stagione segnata da un’attesa rifioritura della cooperazione regionale confermata dalla stipula di importanti e significativi accordi. A fare da cornice a questo nuovo quadro, apparentemente più armonioso, è il progetto della cosiddetta Piccola Schengen già in discussione in quasi tutti gli ordinamenti in esame dal 2017.
Per poter pesare l’azione dell’UE è necessario riflettere sugli strumenti normativi a
disposizione delle sue istituzioni e tarare le riflessioni sulla base di questi.
È quindi necessario analizzare le competenze e gli spazi di manovra dell’Unione in materia di sanità pubblica, gestione delle emergenze, crisi economica e libertà di circolazione. Si cercherà di ricostruire il filo logico dei fatti verificatisi
nelle ultime settimane attraverso la lente europea per conoscere le ragioni e le basi di determinate
scelte, azioni e tempistiche
Alla conclusione del secondo conflitto mondiale, la sovranità nazionale viene diffusamente ritenuta un ostacolo alla costruzione di un futuro di pace e prosperità. Nasce così l’Europa unita, intenzionata a coordinare l’azione dei singoli Stati per sostenere la piena occupazione e difendere la società dall’invadenza dei mercati. Ben presto, però, la promozione della concorrenza diviene il punto di riferimento per l’operato delle istituzioni europee, che finiscono per identificare nel mercato il principale strumento per redistribuire la ricchezza.
The article focuses on the Next Generation EU as a financial intervention plan prepared by the European Union to tackle the health, economic and social crisis caused by the Covid-19 epidemic.
La creazione di unospazio proprio dell'Unione europea oscilla tra spazio liscio e territorio politico, tra istanze federali e spinte neofeudali.
Giuseppe De Arcangelis, Rama Dasi Mariani e Elena Rossi-Espagnet ripercorrono le vicende della guerra del Donbass iniziata nel 2014 tra Ucraina e Russia e analizzano gli effetti economici delle sanzioni commerciali che l’Unione Europea impose alla Russia. Sull’efficacia delle limitazioni alle esportazioni verso la Russia, ad oggi ancora applicate, si è aperto un acceso dibattito a livello europeo, poiché in molti sostengono che le sanzioni impongono un costo economico solamente agli Stati Membri dell’Unione.
Il testo cercherà di fare il punto sulla presenza di alcuni valori comuni all’Unione europea come declinati dai Trattati, vivificati dalle istituzioni europee, interpretati dalla Corte di giustizia nel suo collegamento con le Corti costituzionali e supreme degli stati membri e, soprattutto, sulla possibilità di rileggerli e reinterpretarli nella drammatica situazione che stiamo vivendo con la crisi del Coronavirus.
Gli autori offrono una lettura critica della sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco del 5 maggio 2020, a tenor della quale la Banca centrale europea (BCE) dei tempi di Draghi avrebbe operato al di là delle sue competenze, confondendo la "politica monetaria" (che fa parte delle competenze esclusive dell‘Unione) con la "politica economica" (di cui l’Unione al più assicura il coordinamento dettandone gli indirizzi di massima.
Gli autori offrono una lettura critica della sentenza del Tribunale costituzionale federale tedesco del 5 maggio 2020, a tenor della quale la Banca centrale europea (BCE) dei tempi di Draghi avrebbe operato al di là delle sue competenze, confondendo la "politica monetaria" (che fa parte delle competenze esclusive dell‘Unione) con la "politica economica" (di cui l’Unione al più assicura il coordinamento dettandone gli indirizzi di massima.
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