La valutazione del rischio relativo a frane indotte o riattivate da eventi sismici e/o meteorici è una tematica di crescente interesse nell'ambito della ricostruzione di scenari di multihazard . Attualmente, la caratterizzazione di frane in terra viene generalmente eseguita tramite misure dirette in fori di sondaggio o, qualora vengano usate anche misure geofisiche in superficie, limitando le stesse solo a porzioni ristrette dell'intero corpo di frana.
L'obiettivo del presente progetto è la definizione di una metodologia innovativa ad uso ingegneristico per lo studio di frane in terra che impieghi in maniera integrata tecniche interferometriche sismiche (attive e passive) unitamente a tecniche geofisiche più tradizionali, in maniera tale da combinare l'alta risoluzione necessaria per l'individuazione delle superfici di scorrimento con una copertura quanto più ampia possibile delle aree indagate, essenziale per il monitoraggio nel tempo dell'evoluzione del fenomeno franoso.
Le tecniche interferometriche sismiche, versatili e a basso costo, possono essere utilizzate come strumento di monitoraggio per individuare modifiche (reversibili o irreversibili) delle proprietà fisiche del materiale costituente la zona instabile, rappresentando quindi un possibile indicatore di un peggioramento delle condizioni di stabilità della frana monitorata. Alle tecniche interferometriche verranno affiancate altre tecniche geofisiche sia consolidate che innovative, al fine di validare i risultati dell'interferometria ed evidenziare dei parametri utili non solo per la definizione della geometria e del cinematismo della frana, ma anche per la determinazione in sito delle proprietà di rigidezza a ridotte deformazione, legate ai valori ed alle variazioni delle velocità delle onde sismiche.
Il metodo sperimentale sarà applicato a diversi casi di studio nel settore appenninico Centro-Meridionale, in cui il gruppo di lavoro possiede già dei dati pregressi.