L¿edilizia scolastica nel centro di Roma dall¿Unità d¿Italia alla Prima Guerra Mondiale fra riconversioni funzionali e nuove costruzioni specialistiche: vicende edilizie, problemi di conservazione, gestione per il restauro e l¿uso
Componente | Categoria |
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Donatella Fiorani | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Maria Grazia Ercolino | Componenti strutturati del gruppo di ricerca |
Maria Luigia Menditto | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
Alfonso Liparulo | Dottorando/Assegnista/Specializzando componente non strutturato del gruppo di ricerca |
La necessità di reperire a Roma sedi e spazi per nuove scuole comportò, fra l¿Unità d¿Italia e la Prima guerra mondiale, da un lato la riconversione a uso scolastico di diversi complessi religiosi presenti nel centro storico romano, dall¿altro la realizzazione ex novo di edifici da utilizzare come scuole.
In entrambi i casi le nuove scuole, in edifici riconvertiti o realizzati ex novo, acquisirono un valore significativo nel complesso processo di trasformazione della Roma, capitale del Regno d¿Italia, ma con risultati disomogenei, soprattutto a ragione della molteplicità degli enti coinvolti, dell¿eterogeneità dei principi progettuali e, soprattutto, della complessità dei criteri di finanziamento. Il continuo aggiornamento della didattica e le pressanti richieste poste dalle norme tecniche (sicurezza, antincendio, accessibilità) hanno poi prodotto numerose modifiche negli edifici scolastici, generalmente introdotte in modo avulso dai caratteri storico-architettonici e perlopiù dettate da ragioni di urgenza.
Una ricognizione degli edifici scolastici romani, fra il 1870 e il 1914, accompagnata da approfondimenti tematici orientati a evidenziare il complesso rapporto fra le ragioni dell¿uso e quelle del restauro, rappresenta una prima parte della ricerca proposta, condotta su alcuni esempi ritenuti significativi.
L¿esigenza di `gestire¿ gli edifici scolastici considerati, contemperando le richieste della didattica e delle norme tecniche con la conservazione dei caratteri architettonici, suggerisce di impostare una procedura di raccolta dati dialogante con il sistema informatico della ¿Carta del Rischio¿ del MiBAC. A tale scopo, la proposta di ricerca, avvalendosi della metodologia della Carta del Rischio, intende lavorare inizialmente con questa piattaforma per quanto riguarda le problematiche conservative dell¿architettura, per poi proseguire con l¿avvio di uno studio relativo alle questioni gestionali legate all¿uso didattico degli edifici storici.
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