Una rigenerazione sostenibile a San Basilio
San Basilio, dunque, è periferia. I materiali che lo compongono sono frammenti edificati, disomogeneità sociale e micro-comunità, spazi aperti. Questi sono costituiti da terreni abbandonati, da giardini incolti, da memorie storico-archeologiche irraggiungibili e dimenticate, da risorse naturali che dividono i quartieri, come il mare separa le isole.
Pertanto, ciò che questa parte di città richiede è quello di trasformare i “quartieri – isola” in arcipelago (fig.3), “rammendando”, come suggerisce Renzo Piano, un territorio senza “trama”.
A San Basilio, come altrove, “rammendare” è sinonimo di abbattere muri (reali o percepiti), aprire recinzioni, creare spazi condivisi, lavorare sul verde, rafforzare e moltiplicare le funzioni pubbliche, valorizzare i luoghi dove si svolgono le attività comuni.
Una rigenerazione sostenibile a San Basilio. I progetti proposti per la rigenerazione sostenibile di San Basilio alcuni realizzati, altri “suggeriti” si inquadrano perciò nel modello arcipelago. L’arcipelago è spazio di relazione tra oggetti, come osserva Cacciari , e significa tessere legami, costruire continuità e solidarietà.
La metafora dell’arcipelago diventa dunque la cornice di azioni finalizzate a un cambio di prospettiva che integri quartieri, abitanti e spazi aperti attraverso una rigenerazione sostenibile, come suggerito dalla Carta di Lipsia .