Brevi e sintetiche riflessioni a margine di una mostra itinerante
Queste brevi note costituiscono solo un accenno alle questioni che l’architettura di Fernand Pouillon continua a sollecitare. È innegabile infatti la preminenza della tematica complessa del costruire che porta con sé relazioni serrate tra costruzione e materia, tra costruzione e tettonica, ma anche tra il costruire e il significato dell’architettura nel suo compiersi. Quest’ultima relazione riguarda i rapporti con la cultura e dunque con la tradizione, o le tradizioni. È importante ricordare che la cultura architettonica a cavallo del ventunesimo secolo ha messo in discussione radicalmente la capacità del progetto di esplicitare assiomi certi. Così scriveva Cacciari nel saggio Un ordine che esclude la legge del 1984, comparso sul numero di Casabella dedicato all’architettura come modificazione: «Siamo stati definitivamente cacciati da quel “paradiso” in cui, formulati gli assiomi che individuano le proprietà fondamentali delle nostre azioni-base, e regole formali di interferenza, attenti soltanto alla coerenza della dimostrazione, potevamo, attraverso un numero finito di passi, decidere ogni questione, saturare ogni domanda che potesse essere espressa nel linguaggio considerato. Abbiamo, cioè, definitivamente perduto la “pietra filosofale” che l’idea di progetto ci prometteva.»1.