Spazio urbano, progetto e praxis: prove di riattivazione dello spazio collettivo
Negli ultimi anni è facilmente rintracciabile una copiosa quantità di esperienze progettuali focalizzate sull’idea che l’architettura temporanea sia una modalità progettuale in grado di andare oltre l’episodicità di una provvisoria congiuntura. Questi esperimenti nella città confermano la ripresa di una pratica antica, l’effimero, che da sempre ha svolto, su un terreno di ricerca, una funzione di “anteprima”, di prova generale, talvolta anche di ispirazione per l’architettura permanente. In questo senso gli interventi, pur se piccoli e temporanei, costituendo un insieme di azioni di tanti gruppi e collettivi su scala globale (e in rete tra loro), cominciano a costituire una forma di urbanistica complementare a quella dei grandi progetti di trasformazione e alternativa alle politiche e alle strategie urbane top-down, in cui società, economia e territorio trovano forme diverse di interazione a partire da processi che tengono insieme cittadinanze attive, tecnologie a bassa definizione, comunità locali.