Riconoscere la mente. Alcune riflessioni su Stanley Cavell
Nel volume “La riscoperta dell’ordinario” Cavell equipara la filosofia della mente all’estetica e considera il rapporto tra mente e corpo non come una connessione epistemica, ma come una relazione “naturale”, “interna”. In questo modo, vuole superare la dicotomia tra mente e corpo (tra interiore ed esteriore): il corpo non nasconde la mente, ma lo rivela e lo esprime. Da questo punto di vista, riconoscere la mente in un corpo significa riconoscere qualcosa come un essere umano: è una forma di vedere-come. Questa idea permette di salvaguardare sia la natura immediata del riconoscimento sia la sua fallibilità (cecità all’aspetto), cioè il fatto che il riconoscimento può sempre fallire