Bertrando Spaventa tra unificazione nazionale e filosofia europea
Il volume raccoglie, opportunamente rielaborati, i contributi pre-sentati al convegno su Bertrando Spaventa tra coscienza nazionale e filoso-fia europea che si è tenuto a Chieti, presso l’Università degli Studi «Gabriele D’Annunzio» di Chieti-Pescara, il 23-24 febbraio 2017. Il convegno è stato promosso da numerose istituzioni scientifiche , con il patrocinio dell’Istitu¬to della Enciclopedia Italiana e il contributo della Regione Abruzzo e della Fondazione Bertrando e Silvio Spaventa di Bomba. In particolare il conve-gno (come il volume che ora ne raccoglie gli atti) è stato organizzato nell’àmbito delle iniziative attivate dal «Comitato nazionale per il bicentena-rio della nascita di Bertrando Spaventa», istituito presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il fine di promuovere, preparare e attuare le manifestazioni celebrative della ricorrenza. Il Comitato nazionale di esperti, nominato dal Ministero, ha ritenuto opportuno proporre questo in-contro per fare il punto sullo stato di avanzamento degli studi sulla figura di Spaventa e sui progetti editoriali che lo riguardano. Nello stesso tempo è sta-to avviato il lavoro per l’edizione critica integrale dell’epistolario, che sarà presto pubblicata e che coprirà l’intero periodo dal 1847 (anno della prima lettera al fratello Silvio) al 1883, mettendo così a disposizione degli studiosi, con criteri rigorosi e attendibili, uno strumento insostituibile di ricerca. In una fase successiva sarà possibile realizzare il progetto per una edizione completa degli scritti di Bertrando Spaventa, sia di quelli pubblicati in vita sia di quelli curati da altri editori dopo la sua morte, arrivando a colmare un vuoto e un evidente ritardo nel quadro corrente delle fonti disponibili.
La ricchezza di questi progetti è giustificata dalla importanza dell’opera di Bertrando Spaventa, non solo, come è ovvio, per la storia della cultura e della politica italiane, ma in una prospettiva europea e internazionale. Per ac-cennare ad alcuni dei motivi che ne fanno uno snodo imprescindibile, basterà ricordare che Spaventa è stato tra i maggiori protagonisti del moto di unifica-zione, a cui collaborò, nei periodi trascorsi a Napoli, Firenze, Torino, con gli scritti di ispirazione liberale e democratica pubblicati sul «Progresso», sul «Cimento» e su altri periodici. Deputato al Parlamento per le legislature X, XI e XII, offrì un contributo di primo ordine alla nascita e al consolidamento del nuovo Stato unitario. Ma soprattutto svolse una funzione essenziale nella filosofia della seconda metà dell’Ottocento, attraverso un’opera di rinnova-mento e di sostanziale apertura alle più avanzate correnti del pensiero euro-peo. Da un lato contribuì a superare le visioni del primato nazionale, che provenivano dagli ultimi esponenti del giobertismo, con una rilettura origina-le del Rinascimento (Bruno, Campanella) e delineando il concetto di una «circolazione» della filosofia europea. D’altro lato si confrontò con la filoso-fia di Hegel e dei suoi interpreti tedeschi, elaborando una «riforma» della dialettica e dell’idealismo. Alla sua morte, nel 1883 (lo stesso anno in cui moriva Francesco De Sanctis), lasciava un ricco patrimonio di idee, che si era alimentato, specie nell’ultimo periodo, di un confronto fecondo con le correnti europee del positivismo e del neokantismo. La sua influenza sulla filosofia è stata enorme, e non limitata all’àmbito nazionale. Le sue idee, at-traverso la mediazione di pensatori come Antonio Labriola e Giovanni Gen-tile, sono penetrate negli sviluppi successivi dell’idea¬lismo e del marxismo, rappresentando ancora oggi un punto di riferimento per lo studio della storia della cultura filosofica tra Ottocento e Novecento.
Il volume che presentiamo costituisce un tentativo, proposto da alcuni tra i maggiori studiosi del filosofo, di esplorare la biografia e il pen