Persona, libertà e giustizia in Giorgio La Pira
Davanti all’esecuzione dei modelli legali, può ancora dirsi che la ‘persona’ è riconosciuta nella sua peculiarità? Il valore della persona umana sta nel suo essere differente dalle altre persone? E, sotto il profilo giuridico, che non è quello ne’ dei social ne’ del marketing, la persona è ancora tale ed è ancora portatrice di una particolarità del caso giuridico? O, invece, tutte le persone sono uguali secondo identità numerica e non uguaglianza sostanziale, e quindi tutti i casi sono parimenti uguali in quanto identici o simili? Insomma, la ‘casistica’, termine che ormai ricorre da troppo tempo, tradendo anche quel ‘senso comune’ delle istituzioni giuridiche romaniste, riguarda anche le persone ed ha sconvolto il mondo delle ‘istituzioni’ giuridiche?
Oggi si assiste all’ab-uso dell’ufficio di ‘giurista’: che ne è, dopo le ‘istituzioni’ classiche della giuridicità, della persona del giurista? Essere giurista: tutti si ‘improvvisano’ giuristi, dai rappresentanti dell’economia a quelli della politica; e ciò accade, per certi versi, persino nello scadere di alcuni ambienti giudiziari, dove si pronunciano i giudizi giuridici, e non di altro tipo. Chi sono queste ‘persone’? Cos’hanno e cosa conservano della ‘persona’ umana? Chi è oggi il giurista?
Per La Pira l’esser giurista è un abito intrinseco, se ci è consentito di usare questa non scorretta terminologia della teologia scolastica, è una radicazione caratteriale che permette al soggetto una lettura tutta puntuale e tutta peculiare del mondo.