Storia incompleta di un invenzione artigiana. Un imprenditore nella Roma del primo novecento

03 Monografia
Argenti Maria, Menghini Anna Bruna

Il saggio racconta la storia, le imprese e l’inventività del cavalier Ferruccio Gay (Caserta 1864 - Roma
1942), un imprenditore attivo all’inizio del secolo scorso nella lavorazione del legno, che si dedicò
alla realizzazione di abitazioni prefabbricate ideate per essere smontabili, trasportabili e ricostruibili
altrove, cercando quindi delle risposte– con uno sguardo anticipatore e visionario – alla domanda
del tempo relativa ad una nascente concezione dell’abitare transitorio ed emergenziale.
La sua idea, al tempo innovativa, fu di aggiornare le tecniche tradizionali delle costruzioni lignee
attraverso l’uso di nuovi materiali predisposti per un costruire semplice ed economico.
Anche se attraverso questa esperienza minore e isolata, il saggio tratteggia un’attività assai diffusa
nell’Italia post-unitaria, impegnata in costruzioni a basso costo e rapida esecuzione per risolvere i
problemi dell’emergenza abitativa nelle aree urbane (povertà, immigrazione, sfollamenti) e nelle
zone colpite da calamità improvvise (disastri naturali, danni bellici), e per offrire strutture dedicate
alle attrezzature scolastiche, ai servizi di assistenza ospedaliera, alle infrastrutture ferroviarie e
stradali; ma impegnata anche in costruzioni innovative, leggere, economiche, comode ed essenziali
per la diffusione della casa borghese in città e nei luoghi di villeggiatura.
L’attività di Ferruccio Gay si inserisce in quel percorso corale rintracciabile nel contesto italiano,
costituito da una pluralità di piccole esperienze, che segna il passaggio dall’eclettismo al
modernismo, attraverso le arti applicate e l’artigianato industriale. Infatti, tali sperimentazioni
anticipano di qualche decennio una ricerca più ampia a cui parteciperanno molti protagonisti del
moderno, sulla produzione di residenze economiche, velocemente componibili e facilmente
smontabili, realizzate con elementi costruttivi normalizzati e prefabbricati, attraverso l’uso di nuovi
materiali.
Questa vicenda mostra come l’ingegno individuale e l’intraprendenza imprenditoriale, in un mondo
ancora prevalentemente preindustriale e in un contesto produttivo artigianale, vengano adoperati
per superare la povertà di mezzi e la scarsità economica, e per dare risposta alle emergenze causate
dalle pressioni sociali e dalle calamità naturali.
L'attività di Ferruccio Gay ha interessato diversi ambiti: strutture di emergenza per eventi calamitosi
ed emergenza bellica, abitazioni e villini (realizzati a Roma, Genova, Reggio Calabria, Messina,
Fiuggi), costruzioni per la sanità e per l'espansione coloniale italiana.
In particolare il saggio concentra l’attenzione su un villino del 1908, ancora esistente a Roma, in
prossimità del Colosseo - primo prototipo per un sistema costruttivo di abitazioni smontabili in
carpenteria lignea e pannelli di “pietra artificiale” - proposto come possibile risposta, attraverso una
produzione a grande scala di case anti-sismiche prefabbricate, alla domanda di abitazioni in seguito
al terremoto di Messina e Reggio Calabria.

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