Tessere di legno per connettere disegni prospettici architettonici con le scenografie teatrali. rappresentazione di spazi immaginari e spazi illusori
Le tarsie lignee prospettiche realizzate durante il Rinascimento offrono un variegato panorama di
soggetti rappresentati in esse. Questi soggetti vanno dalla natura morta e solidi geometrici alla raffigurazione
di statue o figure allegoriche poste all’interno, generalmente, di nicchie sferiche o ancora
viste di scorci urbani e paesaggistici. Lo studio di queste opere ha sollecitato gli studiosi nel cercare
di interpretare le finalità di questi magisteri, così le più accreditate tesi le spiegano come puri esercizi
geometrici-prospettici, oppure come esigenze volte a comunicare visioni di brani di città reali o
immaginari o ancora come esempi di scenografia teatrale. Sono proprio quest’ultime, quelle tarsie
che presentano, nell’immagine formata dall’accostamento delle loro tessere, un impianto prospettico
riconducibile alle scene teatrali ad essere state scelte, in questo contributo, per essere studiate.
Due sono stati i livelli di indagine: uno dedicato alla lettura critica dell’immagine bidimensionale raffigurata
in questi intarsi confrontata con i disegni di scenografie teatrali e un secondo destinato ad
analizzare, attraverso la prospettiva inversa, lo spazio tridimensionale rappresentato in queste opere.
Come caso studio, per effettuare queste indagini, sono state scelte le tarsie presenti nella Basilica di
San Domenico a Bologna realizzate da Fra Damiano Zambelli tra il 1528 e il 1549, in particolare è
stata selezionata una tra queste: quella collocata nel dossale del coro.