paesaggio urbano

Piccolo paesaggio (monumentale) fiorentino

Da quando sono stato invitato a scrivere questo breve testo sul progetto dello studio
ABDR per il Parco della Musica di Firenze, torno ciclicamente col pensiero a una fotografia
di Nicolò Orsi Battaglini che inquadra il paesaggio storico urbano dal parapetto posto sul
fondo della cavea all’aperto collocata sulla copertura del Teatro Lirico. L’immagine è
potentissima: in primo piano al centro il vuoto tra le sedute dell’ultima fila delle quali
appaiono come sentinelle i blocchi sui lati, il pavimento con le fughe ben delineate, poi il

L'architettura al servizio della città. Le risalite al centro storico di Macerata

Alfredo Lambertucci è stato un architetto costruttore. Uno di quelli capaci di concepire progetti e seguirne la realizzazione dando sostanza materiale, qualità spaziale, durevolezza, alle cose sperate; attitudine che testimonia di una grande capacità di controllo nell’accompagnare l’architettura immaginata attraverso il travagliato percorso che la conduce a farsi mondo reale.

Piccolo paesaggio (monumentale) fiorentino

Operando nella piena consapevolezza che l’architettura, giusta la definizione di Juan Navarro Baldeweg, è una “sezione fisicamente definita nella trama di fibre che si estendono al di là di essa”, il progetto, pur interpretando l’esigenza di una forte riconoscibilità iconica, assume i valori della continuità declinandoli sui differenti registri, materiali e immateriali, delle trame, degli spazi e degli usi.

Spazi urbani. Strategie e tattiche di ritessitura

Se il carattere della città contemporanea è la discontinuità, costruire un’ecologia dello spazio significa in primo luogo adoperarsi per individuare nuove forme di continuità, effettiva, interpretabile e inclusiva, dello spazio vissuto. Una continuità fisica e sociale, che definirei praticabilità, da ri-conquistare attraverso la rielaborazione del suolo e della scena urbana, che non è omologazione, è, al contrario, esplicitazione e interpretazione creativa di differenze e peculiarità, è narrazione, è geneticamente accogliente e inclusiva.

Rolandas Palekas. Opere, idee, sperimentazioni baltiche/Rolandas Palekas. Works, ideas, baltic experimentations

Le opere presentate nella'articolo e nella rivista monografica sono una selezione dal 2003 al 2017 operata da Donatella Scatena insieme allo studio Paleko, su un materiale molto più ampio. Sono qui pubblicati edifici pubblici, residenziali e spazi aperti, realizzati o vincitori di concorsi che offrono al lettore una visione efficace e significativa del cambiamento e della maturazione di Rolandas Palekas e che riflettono la nuova immagine sia sociale sia architettonica del paesaggio urbano lituano.

50 anni di ricostruzioni

Le ricostruzioni post sisma costituiscono un insieme molto significativo, sia materiale che immateriale. Da un lato hanno guidato la costruzione di nuovi paesaggi: spazi urbani, edifici, infrastrutture, anche nei casi in cui la scelta è stata quella di ricostruire come era, dove era; dall’altra hanno creato un deposito di conoscenze, esperienze, lezioni apprese, errori che non si dovrebbero ripetere. Eppure a ogni ricostruzione sembra sempre di ricominciare da zero.

Non chiamatela periferia

L’inadeguatezza degli strumenti consolidati di lettura dello spazio urbano (sia qualitativi che quantitativi) e la crisi di modelli interpretativi tradizionali sono il mantra ossessivo che ha attraversato una generazione di studi urbani, impegnata nella formulazione di categorie descrittive, metafore spaziali, paradigmi narrativi sempre nuovi.

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