Gli stili di vita. Una prospettiva junghiana
N.D.
N.D.
Nel volume sono analizzate una serie di città considerate di riferimento per le iniziative e i progetti sul tema della salute e degli stili di vita. Il contributo illustra le politiche urbane messe in atto a Lione.
Nel volume sono analizzate una serie di città considerate di riferimento per le iniziative e i progetti sul tema della salute e degli stili di vita. Il contributo illustra le politiche urbane messe in atto a Lisbona.
Stili di vita: è Roma una città attiva?
Una città attiva è una “Città in cui le infrastrutture, i servizi di mobilità, sportivi, ricreativi e l’ambiente sociale facilitano l’uso del corpo nella vita quotidiana.”
Borgogni A., Farinella R., (2017), Le città attive, percorsi pubblici nel corpo urbano, FrancoAngeli, Milano
Functionalism - the matrix of the Modern Movement - introduced the theme of the pedestrian use of public space. Already in the early 1900's, intellectuals dealing with cities began to think about urban facilities, the minimum unit of neighborhood and, consequently, the distances and pedestrian accessibility of places as a constituent element of modern urban planning. This happens as a consequence of the rational organization of the city: a hierarchical and multipolar city.
Lo spazio pubblico è lo spazio di tutti, è il luogo dove l'azione pubblica può portare a una profonda trasformazione, dove le scelte di gestione urbana possono avere un impatto sulla vita dell'intera comunità di cittadini. Per più di trent'anni molte grandi capitali europee hanno posto questo problema al centro delle politiche urbane, mentre Roma sembra essere rimasta ai margini di queste trasformazioni.
Tra i principali obiettivi che le città del futuro dovranno porsi vi è senza dubbio quello della mobilità sostenibile, intesa non come mero concetto di trasporto e movimento fisico, ma come vision alternativa, capace di favorire nuovi habitus finalizzati alla “decongestione urbana”, con il conseguente miglioramento della qualità della vita collettiva.
L’intento di studiare come fosse divenuta la vita ai tempi del Coronavirus si è tradotto nell’avvio di una web survey, il cui questionario d’indagine è stato ampiamente diffuso su molteplici canali web a partire dal 7 aprile 2020. L’indagine, alla quale hanno partecipato quasi 15.000 italiani, si è posta come obiettivo conoscitivo di carattere generale quello di rilevare le opinioni prevalenti, le rappresentazioni più diffuse, i vissuti e le trasformazioni della vita quotidiana connessi con la delicata fase emergenziale.
Roma e Montréal sono città strutturalmente assai diverse: la prima è una metropoli dilatata, cresciuta tra un’orografia complessa e un fiume che si è mostrato a lungo sia risorsa sia fonte di emergenze ambientali. La seconda è una città ‘americana’, che è riuscita a coniugare le proprie orgogliose origini francesi all’ordine di una griglia anglosassone tipica delle metropoli statunitensi.
La pratica dei divertimenti estremi tra gli adolescenti è un tema spesso relegato alla cronaca, raccontato con toni sensazionalistici e accompagnato da considerazioni allarmiste che influenzano la percezione della sua effettiva diffusione. La lettura delle condotte a rischio degli adolescenti finisce così per riflettere gli stessi cliché solitamente associati alla giovane età dei protagonisti: incoscienza, superficialità, immaturità e, nella migliore delle ipotesi, un malinteso desiderio di integrazione che si traduce anche nell’imitazione di comportamenti e stili di vita pericolosi.
© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma