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of Sigmund Freud, whose student he would become, wrote to the Austrian critic and scholar Hermann Bahr, a man in the forefront of the Viennese cultural and artistic scene, whose conception of art and culture revolved around theater and the problems inherent in the creative process of acting. Rank sent Bahr the manuscript of his first work, Art and Artist. Creative Urge and Personality Development, calling him the only man of letters in the entire German Reich who had striven – and was still striving – to solve problems similar to those he treated in his work.

In the passage between the nineteenth and twentieth centuries, in
reaction to the then dominant naturalist aesthetics, theater and music
– which the eighteenth century had seen as the first laboratories of

L’articolo si propone come riflessione sul senso del passaggio
dell’artista giapponese Sada Yacco nell’Europa teatralmente fervida di primo
Novecento. Il clamore suscitato nel nostro continente dall’arrivo della
Compagnia di Otojirō Kawakami, al cui interno la moglie Sada Yacco finì per
diventare la stella incondizionata (spianando così la strada alla collega Hanako,
che arrivò in Occidente dopo di lei1) venne liquidato da molti come la semplice
conseguenza del gusto per l’esotico che circolava allora in Europa. È vero che il

Amico di Goethe, compagno di scuola di Iffland e a sua volta aspirante attore, Karl Philipp
Moritz (1757-1793) ha fatto del teatro il perno della sua produzione scientifico-letteraria, al cui
interno – oltre ai saggi di estetica – spiccano il ‘romanzo psicologico’ Anton Reiser e la
fondazione del (rivista di psicologia empirica).
L’intenzione del saggio è rilevare come, per lo studioso di teatro, la vicenda biografica e
l’opera di Moritz - pur misconosciute - appaiano doppiamente illuminanti: da una parte

Il contributo mette in evidenza per la prima volta che il personaggio del Padre nei Sei personaggi in cerca d'autore fa un lapsus indicando il personaggio della Figliastra (che per altro non lo è) come "Mia figlia"; e nel far questo dialoga con le interpretazioni del profondo dell'opera di Pirandello.

Il contributo tratta dell'ultima opera teatrale di Pirandello mettendo in evidenza l'impossibilità di portare sulla scena il finale originario che non prevedeva la morte del colpevole.

Il contributo propone uno schema storiografico innovativo sui luoghi teatrali del Settecento, in particolare Venezia e Roma, e sul senso della produzione e rappresentazione della tragedia e del melodramma, pratiche da allineare accanto a quelle della pittura per scoprirne codici e sensi, anche politici, e per poter disegnare lo schema del classicismo settecentesco.

This paper provides an overview of Pirandello’s choral poetry that runs parallel to the Coper- nican one, from his Pasqua di Gea to Favola del Figlio cambiato, then eventually and unexpectedly nds a poetical coalescence of the two poetics in his Giganti della montagna.

IL contributo analizza la prima trilogia della drammaturgia di Emma Dante, in riferimento alla sua poetica.

L'intervento sottolinea l'importanza della riflessione sul teatro spagnolo da parte di Riccoboni che ne evidenzia le origini antiche e il valore anche in assenza di una produzione drammatica legate alle regole e al classicismo.