Secondo la FAO, nel mondo, ogni anno, si sprecano 1.300 milioni di tonnellate di prodotti agricoli e alimentari, pari a circa il 30% della produzione globale. Perdite e sprechi sono imputabili per il 32% alla fase agricola; per il 46,3 % a quella di trasformazione e per il 21,7% a quella distributiva. Il progetto, dal titolo "Perdite e sprechi nelle filiere agroalimentari in Italia. Possibili soluzioni e nuovi modelli di produzione e consumo", si articolerà in quattro fasi. Nella prima fase si valuteranno gli sprechi e le perdite alimentari in tutte le fasi della filiera, dalla produzione al consumo. In quest'ottica si somministreranno indagini e si farà una mappatura dei sistemi virtuosi (best practices) trovati. La seconda fase prevederà la valorizzazione e recupero di scarti e/o sottoprodotti della filiera agro-alimentare, come le acque di vegetazione o le bucce dei pomodori. Nella terza fase, sarà invece studiata la shelf life di alcuni prodotti agro-alimentari e saranno valutati e sviluppati sistemi per aumentarne la conservabilità. Nell'ultima fase, invece, si procederà alla valutazione dell'impatto ambientale e socioeconomico tramite la metodologia Life Cycle Assessment (LCA). Inoltre il progetto prevederà la collaborazione con esperti accademici esterni (Università degli Studi di Bari, Università Tuscia di Viterbo), aziende agricole (Casa agricola CHIERICI) e ONLUS (Equoevento) che saranno parte integrante del progetto per il reperimento dei dati e la loro interpretazione.