Caso studio. Abitare a Erevan ne XIX secolo. Tra spazi ostentati e spazi celati: analisi tipologica
Riflettendo su cosa sia per l’uomo l’architettura, liberandoci per un momento dalle sovrastrutture formali e filosofiche, si giunge immediatamente al suo ruolo principale: una necessità. Questo tema è riscontrato soprattutto nelle architetture tradizionali in cui la realizzazione tipologica è sviluppata prevalentemente per rispondere a delle necessità, di tipo culturale, climatico, religioso. Queste architetture vengono dal sole, dalla pioggia, dalla terra, dal legno, dalla pietra; sono ruvide, opache, imperfette; sono sporche; sono una perfetta espressione di chi vi abita.
L’obiettivo di questa ricerca è analizzare l’architettura tradizionale armena, cercando di capire i caratteri tipologici, gli elementi architettonici, gli archetipi, utilizzati nella sua realizzazione. Indagando su quale sia il proprio genius loci, inteso nel saggio di Christian Norberg-Schulz, come rispetto del luogo, integrazione con esso, rappresentazione di tutto ciò che il luogo è e che vuole essere.
Questa analisi non ambisce ad avere un ruolo passivo, bensì vuole diventare uno strumento attivo per il progettista. Soprattutto nell’ambito del riuso dell’esistente, fornendo un’introduzione alla comprensione iniziale delle architetture tradizionali armene, in modo da poter operare su esse con maggiore coscienza, cercando di non banalizzare il riuso dell’esistente con un semplicistico restauro di “facciata”.