Rinascimento

La retorica “geminativa” delle «Sette giornate», specchio delle «multiformi catene» del creato

Il Mondo creato si fonda su un sistema espressivo profondamente mutato rispetto a quello delle precedenti opere tassiane, che mira a traslare l’uniformità, l’immutabilità e l’unità del progetto della mente divina, che sussume in sé la varietà e ne è corrispondenza, come il frattale maggiore rispetto al suo più piccolo componente.

Lirica e sacro tra Medioevo e Rinascimento (secoli XIII-XVI), a cura di Lorenzo Geri e Ester Pietrobon

Il volume ripercorre un fecondo campo di indagine ampiamente sondato in anni recenti a partire dal saggio fondativo di Amedeo Quondam sulla poesia spirituale tra Quattro e Cinquecento, al quale ha fatto seguito un crescente interesse per la letteratura di ambito sacro con un infittirsi di edizioni, monografie e miscellanee dedicate all’approfondimento di singole opere e tradizioni o volte a tracciare quadri diacronici di ampio respiro.

Il "De seculo et religione" di Coluccio Salutati e le opere in «stile monastico» di Francesco Petrarca

Il saggio prende in esame il "De seculo et religione" di Coluccio Salutati mettendolo a confronto con i testi di Petrarca scritti «in stile monastico» ("De vita solitaria", "De otio religioso", la Sen. X e le lettere al fratello Gherardo). Dopo aver fatto il punto sulla fortuna critica del "De seculo" il saggio prende in esame le fonti, la struttura e lo stile del trattato per poi studiare il rapporto tra Salutati e la predicazione contemporanea a partire dall'analisi del capitolo «Quod mundus est temptationum palestra».

Il Regionario interpolato di Pomponio Leto

Il catalogo delle XIV regioni di Roma non ci è pervenuto nella forma originaria ma in due redazioni posteriori, il Curiosum e la Notitia, databili alla prima metà del IV secolo. Pomponio Leto, spinto dai suoi interessi per la topografia di Roma e i monumenti antichi, procede ad una revisione del Regionario tramandata in diverse redazioni nei codici Vat. Lat. 3394, Barberiniano lat. 28, Chigiano I V 168, nel codice della Württembergische Landesbibliothek di Stuttgart Hist. Qu. 316.

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