architettura

Il masterplan per il centro storico di Viterbo. Presupposti e contenuti

Il masterplan per il centro storico di Viterbo è un documento di indirizzo strategico volto a indicare le principali direzioni di sviluppo per la valorizzazione del centro storico e ad orientare le politiche di trasformazione e di tutela attiva della città. Nel termine “strategico” è racchiusa tutta la peculiarità di questo strumento previsionale, agile e versatile, che nella sua forma assomiglia più a un “libretto d’istruzioni” che a un piano urbanistico vero e proprio.

Architettura in Italia. I valori e la bellezza

Quali valori e quale bellezza per l’architettura italiana nell’epoca della comunicazione globale? Questa è la domanda che fa da sfondo al volume. L’intenzione è quella di scomporre strumentalmente la complessità dell’argomentazione attraverso il ricorso a questi due termini, ambigui, sfuggenti e per certi versi difficilmente separabili l’uno dall’altro: la bellezza, infatti, non è forse un valore in sé stessa? E nell’evidenza di un valore di riferimento non si realizza, implicitamente, l’epifania del bello nell’opera?

Didattica alternativa e rapporti col territorio. Cinque progetti per la città di Viterbo

L'articolo descrive un’esperienza didattica utile a confermare come i cosiddetti “formati educativi speciali”, brevi nel tempo ma intensi nella partecipazione, possano funzionare da raccordo verso realtà esterne alle istituzioni universitarie, costituendo un’occasione di confronto reale con i territori e con le amministrazioni locali.

La storia merita di avere una funzione pubblica

L’espressione ‘uso pubblico della storia’ designa tutte quelle pratiche di utilizzo della storia a fini non esclusivamente scientifici. Ricadono dunque nell’uso pubblico della storia, come afferma Nicola Gallerano, «non solo i mezzi di comunicazione di massa, ciascuno per giunta con una sua specificità (…), ma anche le arti e la letteratura; i luoghi come la scuola, i musei storici, i monumenti e gli spazi urbani”».

I conti con la storia. Manfredo Tafuri sul concorso per i nuovi uffici della Camera dei Deputati a Roma

Era, Tafuri, un uomo capace di rendere l’agire speculativo intrinsecamente militante, un uomo che vedeva nella storia il filtro attraverso cui rivolgersi al suo tempo, perché il suo tempo era il suo interlocutore e il suo antagonista. Solo se teniamo presente quest’aspetto, che ci restituisce la portata operativa del suo lavoro teorico, possiamo capire il perché di un libro atipico, di un’anomalia all’interno del corpus tafuriano qual è "Il Concorso per i nuovi uffici della Camera dei Deputati. Un bilancio dell’architettura italiana".

La città storica un tempo era nuova. Cinque considerazioni

Questo libro origina dall’aspirazione a contribuire al formarsi di una lingua comune, capace di gettare ponti di comprensione tra i diversi attori preposti alla gestione del patrimonio. Perché l’insieme delle voci dei soggetti coinvolti non produca una cacofonia, bisognerà lavorare per costruire una lingua condivisa. Una lingua capace di esprimere posizioni generali, seppur differenziate per disciplina. Una lingua, in breve, capace di sviluppare parole che tutti possiamo comprendere e usare, pur nelle rispettive accentuazioni.

Architettura e tradizione nella Cina post-olimpica

Con lo sguardo rivolto ai “territori fragili”, intesi non solo come luoghi sotto minaccia – i villaggi rurali, i villaggi urbani, i residui di tessuti storici nelle grandi aree urbane, i comparti industriali in dismissione – ma anche come comunità indifese – i contadini, gli anziani, i bambini, le minoranze etniche – i progetti di piccole scuole (la Scuola Elementare a Xiaoquan di TAO costruita dopo il terremoto del Sichuan nel 2008, la Bridge School di Li Xiaodong, la Maosi Ecological Primary School di Edward Ng nell’altopiano del Loess, la Scuola Elementare nel villaggio di Qinmo di Rural

Le ragioni di un incontro

Come spesso accade nella ricerca, l’osservazione e il riconoscimento di una mancanza spinge a muoversi per contribuire a colmarla. A fronte del riconoscimento della relativa marginalità della cultura architettonica italiana nel panorama internazionale rispetto a un passato fertile e, per certi versi, glorioso, e in conseguenza delle trasformazioni che la globalizzazione ha prodotto nella nostra epoca, il tema di cui qui raccogliamo gli esiti intende esprimere, prima di tutto, la nostra ferma volontà di formulare nuove ipotesi per il progetto.

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